#concerti per una causa
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pier-carlo-universe · 21 days ago
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Concerto “Sulle Note della Ricerca” ad Alessandria: Musica e Solidarietà con il FuckCancer Choir e Beppe Braida
Un evento unico a sostegno della ricerca sui tumori del timo, con il supporto del FuckCancer Choir e l'ironia di Beppe Braida
Un evento unico a sostegno della ricerca sui tumori del timo, con il supporto del FuckCancer Choir e l’ironia di Beppe Braida. Concerto Benefico “Sulle Note della Ricerca” al Teatro Alessandrino Il 30 novembre 2024, il Teatro Alessandrino di Alessandria ospiterà una serata speciale di musica e solidarietà: il FuckCancer Choir presenterà il concerto “Sulle Note della Ricerca” a sostegno della…
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diceriadelluntore · 1 year ago
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Storia Di Musica #286 - Guns N' Roses, Appetite For Destruction, 1987
Anticipo che, siccome la ricerca di album con le copertine censurate è stata davvero divertente, tra poco ci sarà una sorta di appendice fotografica con piccole storie, alcune davvero incredibili, su copertine che definire controverse a volte è davvero poco. Per finire questa mini carrellata oggi sono andato nella Los Angeles di metà anni ’80, dove un gruppo che segnerà un’epoca musicale muove i primi passi. Nascono infatti dalle fusioni di musicisti degli L.A. Guns e degli Hollywood Roses. Dagli Hollywood Rose provenivano Axl Rose (Voce) ed Izzy Stradlin (Chitarra ritmica), mentre dagli L.A. Guns provenivano Tracii Guns (Chitarra solista), Ole Beich (Basso) e Rob Gardner (Batteria). Il gruppo esordì ufficialmente il 26 marzo 1985. Ole Beich dopo pochi concerti capisce che non è cosa e lasciò il gruppo, venne sostituito da Duff McKagan, che esordì insieme agli altri membri della band l'11 aprile 1985, al locale Radio City ad Anaheim. Poco dopo anche il chitarrista Tracii Guns abbandonò il gruppo, a causa di divergenze con Axl Rose, e riformò gli L.A. Guns. Al suo posto entrò Saul Hudson, in arte Slash, che aveva avuto precedenti esperienze in alcune band tra cui i London e Black Sheep, oltre ad aver già suonato negli stessi Hollywood Rose. Rimane solo da trovare un batterista dopo che anche Gardner se ne va: si associa al gruppo Steven Adler, che aveva in precedenza suonato qualche volta con McKagan e Slash. Inizia così la storia di un gruppo che si muove sullo sfondo di una Los Angeles sognata fatta di feste (e fatta in molti altri sensi), cinema, eccessi. All’inizio, i concerti avvengono nei weekend, perché durante la settimana tutti fanno qualche lavoretto. Ma sin da subito esprimono una potenza ed un’energia incredibili. Tanto che Tom Zutaut della Geffen Records, stupito da un'esibizione del gruppo, diffuse in giro la falsa notizia che "facessero schifo" per avere più tempo e mezzi per scritturarli. Avuto un anticipo su contratto all’epoca faraonico, firmano con la Geffen che crea, fittiziamente, una nuova etichetta, la Uzi Suicide, per dare al loro primo EP un’aura di autoproduzione. Tra l’altro, l’Ep è un finto live registrato in studio dal titolo Live ?!*@ Like a Suicide: tra i quattro brani, una cover azzeccatissima di Mama Kin degli Aerosmith e una musica che spira fiamme dalle corde della chitarra di Slash e dalla voce di Axl Rose. Ci vuole infatti solo qualche mese per l’attesissimo debutto del 1987: fu contattato persino Paul Stanley dei Kiss per la produzione, ma alla sua richiesta di poter modificare i brani fu subito cacciato. Le redini della potenza sonora furono date ad un giovane Mike Clink, che con il successo di Appetite For Destruction diventerà un nome importante dell’heavy metal moderno. Partiamo subito dal casus belli della copertina: la prima idea di Axl Rose fu quella di usare la celeberrima e drammatica foto dello scoppio dello Space Shuttle Challenger che nel Giugno del 1986 scoppiò dopo pochi secondi dal lancio, uccidendo i 7 elementi dell’equipaggio, idea subito accantonata perché ritenuta offensiva. La seconda scelta, usata provocatoriamente alla fine come copertina, era questa:
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un disegno di Robert Williams, da cui la band prese il titolo Appetite For Destruction, in cui un robot che si sta vestendo dopo aver abusato sessualmente di una donna, che è a seno nudo sul marciapiede, è fermato da uno spaventoso robot guardiano. Allegoria dell’intrusione violenta e scellerata sul mondo e sull’ambiente (almeno secondo la band in numerose interviste successive) fu rifiutata da diverse catene di vendita. La Geffen decise quindi di ritirare le prime tirature (che adesso valgono centinaia di euro) e di sostituire l’originale con una copertina più convenzionale, che è quella di apertura al post, dove il disegno di un tatuaggio a croce celtica contiene agli estremi e al centro dei teschi disegnati a rappresentanza dei singoli componenti: secondo Billy White Jr., il disegnatore, i nastri che fanno da sfondo alla croce sono un omaggio ai mitici Thin Lizzy, band preferita sia dal disegnatore sia da Axl Rose. Per quanto riguarda la musica, siamo di fronte ad uno dei dischi di debutto più portentosi di sempre, con canzoni diventate miti: dalla potenza selvaggia di Welcome To the Jungle, per mesi rifiutata dalle radio, scritta da Rose mentre si trovava a Seattle con un amico. I due incontrarono un barbone che, nel tentativo di spaventarli, gridò loro: «You know where you are? You're in the jungle, baby! You gonna die!», a Anything Goes, conturbante, da Nightrain, omaggio all’economico vino californiano, molto alcolico, di cui erano “ghiotti” i nostri, a Mr. Brownstone, stravolto e travolgente inno alla droga (problema che diventerà una pensante dipendenza per il gruppo, tanto da essere in seguito provocatoriamente descritto come Lines n’Noses), dal punk rock di Paradise City a It's So Easy, che leggenda vuole fu scritta dopo che Slash vide un incidente a New York, e andando vicino all’uomo rimasto in auto questi gli abbia detto “Non ti preoccupare, da queste parti cose del genere capitano sempre. Le auto si scontrano tutte le notti.”, tanto che nel secondo verso il testo dice: Cars are crashing every night\I drink and drive\everything's in sight\I make the fire\But I miss the fire fight\I hit the bullseye every night. Rimangono ancora due brani: il primo, Rocket Queen si ricorda perché ad un certo punto ci sono, nel bridge finale, i rumori di un rapporto sessuale, che leggenda vuole fosse una registrazione, non si sa quanto voluta, tra Axl Rose e tale Adriana Smith, che si dice fosse una ex di Adler. Ma la canzone più famosa è Sweet Child O’ Mine: scritta per la sua allora fidanzata, Erin Everly, divenne una hit mondiale anche per via del video musicale, che mostra i componenti della band suonare la canzone in un deposito. Un disco che mostra senza nessun pudore ambiguità e sessismo, tanto che si da subito la band sembrava fatta apposta per suscitare polemiche, aumentate anche da sibilline interviste e apparizioni in TV. Verranno accusati di tutto, la più grave delle accuse sulla loro presunta xenofobia (scatenata da One In A Million, canzone contenuta nel loro successivo G’N’R Live del 1988), ma nel mondo del rock pesante si imporranno la voce, lo stile strabordante di Axl Rose e soprattutto la chitarra di Slash, che diventerà iconica. Rimangono uno degli ultimi esempi di leggenda di rock della strada, ma sin da subito inizieranno faide interne, problemi di droga e altro che segneranno tutto il futuro cammino musicale, segnato da megalomania, canzoni mito (una su tutte, November Rain, ma anche Ain't It Fun) e una sorta di predisposizione al litigio, tanto che è impossibile capire quante volte la band si sia sciolta e ricomposta. Tra l'altro, tra tutti Slash è quello che avrà discreto successo anche da solo o come ospite sessionista, suonando in centinaia di dischi. Una band selvaggia, furiosa e imperfetta, in pieno stile rock.
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seoul-italybts · 11 months ago
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[✎ ITA] Intervista JIN : Beyond The Stage Photobook - The Day We Meet⠸ 22.12.2023 💜⟭ 2 / 7 ⟬💜
Beyond The Stage
BTS DOCUMENTARY PHOTOBOOK
The Day We Meet
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2. JIN
Gli oggetti preferiti di JIN
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26 MARZO 2020
Perché ho scelto i fiori? Perché sono belli come me.
Dico sul serio. Avevo una mezza idea di portare il computer che uso per videogiocare, ma poi ho pensato ai fiori (ride). E sono ancora più adorabili, con questi fiori rosa che mi piacciono tanto.
4 MAGGIO 2020 __Un Giorno
C'è una grandissima differenza tra il dover fare qualcosa ed il fare qualcosa di propria volontà e scelta. Ecco perché sono così convinto avere degli hobby sia fondamentale. Sono attività che facciamo perché vogliamo farle.
Credo [dedicarsi ai propri passatempi] sia l'opportunità di riflettere sulla vita. Posso incontrare gli amici più stretti, darmi un'occhiata intorno e trascorrere più tempo con le/i fan, anche se solo online. [Questa pausa forzata a causa del Covid] Non era prevista, ma alla fine mi ha permesso di rigenerarmi.
5 OTTOBRE 2020 __BTS Map of the Soul ON:E
Ho davvero sentito molto forte la mancanza del pubblico. L'esibirsi si basa tanto sulle connessioni che vengono a crearsi tra il performer ed il pubblico. Aver solo la telecamera da guardare per tutto il tempo mi ha reso ancor più irrequieto. Se devo essere sincero, non ero poi così entusiasta, ma ho fatto comunque del mio meglio.
OTTOBRE 2020
Mi sto impegnando al massimo, sul lavoro, ma personalmente, negli ultimi mesi, credo d'essere emotivamente distaccato un po' da tutto. A meno che non ci sia qualche appuntamento pre-programmato, me ne sto a casa a poltrire e dormo per circa 15 ore al giorno. Non so se sia per questa pandemia che non finisce più o se ci sia altro. Neppure i videogiochi riescono più ad entusiasmarmi. Ma immagino sia semplicemente una fase che affrontiamo tutti, prima o poi. Poco alla volta, andrà meglio.
FEBBRAIO-MARZO 2021
È tutto un po' diverso e nuovo rispetto al solito, perché per ogni show ci dobbiamo spostare di location in location. Non è esattamente come esibirci sul palco [dal vivo], ma è bello potersi esibire in luoghi che non avrei mai immaginato possibili.
MAGGIO 2021
È davvero un sollievo poter tornare a casa, a fine lavoro, ma a volte sento la mancanza dei tour. Sapete come si dice, no? Che nonostante le difficoltà, a ben vedere, sono proprio quelli i momenti che diventano ricordi preziosi. Quando riprenderemo i tour, immagino diro "Oh, voglio tornare a casa" o anche "Quanto mi manca il cibo coreano!" Ma, per ora, è dei tour che sento la mancanza.
22 SETTEMBRE 2021
Sono molto grato di poter fare questo lavoro. Specialmente perché mi impedisce di impigrirmi.
In passato, ero solito chiedermi "Come potrò mai riuscire in qualcosa di tale portata?", ma ora è tutto molto diverso. Anche quando sono alle prese con esperienze che il resto della gente considera impossibili, tra me e me penso "Perché non dovrei farcela?" Credo il mio approccio e la mia prospettiva sulle cose siano cambiati perché ho provato con mano che non c'è nulla di irrealizzabile. Quindi ora, a primo impatto, mi dico "Perché non provarci?" Se poi non ci riesco, pace, ma se la cosa va a buon fine, fantastico!
27-28 NOVEMBRE / 1-2 DICEMBRE 2021
__BTS Permission to Dance on Stage LA
(Riguardo le sue sorprese/i suoi teneri accessori da concerto)
C'è chi videogioca per passione e divertimento, ma per alcune persone può anche essere fonte di stress. Ecco, prendendo i giochi a metafora, io vorrei essere una sorta di facilitatore di gioco, un animatore.. Vorrei semplicemente che la gente che mi vuol bene si divertisse.
30 NOVEMBRE 2021
Sono abituato a vedere il pubblico che canta insieme a noi, ai concerti, ma questa volta indossavano tuttə le mascherine. Sicuramente stavano sorridendo, ma non potevo decifrare chiaramente le loro emozioni. Inoltre, certo, sentivo che qualcuno cantava insieme a noi, ma non sapevo mai se anche le persone che avevo di fronte stessero cantando. Mi è spiaciuto un po' non poter vedere chiaramente i volti del pubblico.
3 APRILE 2022
__64a Ediz. dei Grammy Awards
Sono già soddisfatto così, quindi anche non dovessimo vincere, non credo sarei meno felice. Certo vincere non sarebbe male, ma la cosa finisce lì.
8-9 & 15-16 APRILE 2022
__BTS Permission to Dance on Stage Las Vegas
Cerco di non pensare troppo, sul palco. Mi trovo meglio così. Credo ormai sia piuttosto naturale, per me, vista l'esperienza guadagnata nel tempo. Se lascio semplicemente che il mio corpo segua i movimenti cui sono abituato, ho maggiori probabilità di non fare errori (ride).
15 OTTOBRE 2022
__BTS <Yet to Come> in Busan
Con tuttə le/i fan che ci seguono e guardano, non posso permettermi di adagiarmi. Devo fare la mia parte. Credo chiunque proverebbe lo stesso, nei miei panni.
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS⠸ Twitter
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melancomine · 2 years ago
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SEX ON FIRE | eddie munson x lettrice
trama: la tua vita è fatta di concerti, sei sempre sotto al palco e sai come farti notare. eddie munson, la persona che più ti ha dato il tormento al liceo, responsabile di tutti i tuoi sogni bagnati, è il frontman della band che suona stasera. è la tua occasione.
pairing: eddie munson x lettrice
word count: 7,9k
avvertenze: smut esplicito, gelosia, preliminari (m/f), sesso protetto, dirty talking, un po' di fluff alla fine, gli eventi di st4 non sono mai accaduti, 1987
masterlist | wattpad
sex on fire
”È questo il posto?” Chiede Steve Harrington quando scendete entrambi dalla sua BMW del ’77 color Borgogna. Siete amici da quando ne hai memoria e ti ha sempre accompagnata in mille avventure. Questa sera avete trovato un locale che ospita una band di cui hai sentito parlare spesso, i Corroded Coffin, ma che non hai mai avuto l’occasione di ascoltare.
Ami andare ai concerti. Ti senti viva, l’energia e la forza che provi sotto al palco non le troverai mai da nessun altra parte. Non importa quale sia il genere che stai ascoltando, almeno una volta a settimana hai bisogno di un concerto. Una droga a tutti gli effetti. Per fortuna Steve ti capisce e ti appoggia.
”Sembra proprio di sì.” Rispondi con un sorriso. Sei emozionata perché sai che una bellissima serata ti sta aspettando dietro quella porta. L’insegna al neon raffigurante il nome del locale, The Hideout, illumina le vostre persone di uno sgargiante verde fluorescente mentre vi avvicinate all’ingresso.
L’ambiente non è tanto grande. Una volta entrati, il bar si presenta alla vostra sinistra e dalla parte opposta, appena dopo la pista da ballo, il palco, alto appena sessanta centimetri, permettendo alle band di suonare in un luogo più intimo. Le pareti sono tappezzate di poster di gruppi e cantanti famosi come i The Clash, gli Eagles e Bruce Springsteen. Le luci sono spente e le uniche illuminazioni sono altre insegne al neon e i riflettori puntati sul palco, a decorarlo gli strumenti dei componenti dei Corroded Coffin, pronti ed esitanti di essere suonati.
Sono le dieci e il concerto non inizierà prima di mezz’ora, tu e Steve decidete di prendere qualcosa da bere per sciogliere la tensione. Le persone presenti sembrano avere avuto la stessa idea, infatti si trovano sparse per il locale con un bicchiere in mano a ballare sulla musica degli U2 trasmessa in questo momento. Alcuni già ubriachi, altri persi completamente nella melodia delle canzoni. Delle ragazze si sono già appostate in prima fila, sono ammiratrici dei Corroded Coffin e le riconosci dalle t-shirt che indossano con il loro logo, lo stesso stampato sulla grancassa della batteria. 
Sei in fila per ordinare da bere, quando una chioma riccia e scura ti sorpassa. Sei un po’ perplessa e sei pronta ad arrabbiarti con chiunque ti abbia rubato il posto. Picchietti con un dito la spalla del ragazzo ed egli si gira, facendoti rimanere a bocca aperta.
”Eddie?” Lo stronzo che ha provato a sorpassarti lo conosci bene, anzi benissimo. Non sai come hai fatto a non riconoscere subito quel mullet e quelle spalle alte e possenti. Improvvisamente non sei più arrabbiata e dei flash del liceo ti annebbiano la vista. Eddie lo svitato Munson era due anni più indietro di te al liceo a causa del suo comportamento da classico ribelle e i voti troppo bassi. La sua brutta reputazione e la sua personalità estroversa erano i motivi per cui a scuola si parlava in continuazione di lui e della sua setta satanica. Sapevi che erano tutte voci false, in quanto l’Hellfire Club era solo un gruppo di ragazzini, denigrati come lui, che si ritrovava per giocare a Dungeons and Dragons. Lo hai sempre ammirato ma non hai mai avuto il coraggio di parlarci, soprattutto non dopo il primo di una lunga serie di sogni bagnati che hai avuto su di lui. Immaginavi quelle lunghe dita da metallaro in mezzo alle tue gambe e ti chiedevi che sensazione avrebbero provocato i suoi anelli contro la tua pelle. Hai la bocca leggermente aperta e hai iniziato a salivare. Istintivamente stringi le cosce perché quel pensiero lo stai avendo anche adesso che ce l’hai davanti.
Eddie ti rivolge un sorrisetto che contrasta il suo sguardo confuso, ma solo per un momento, perché la memoria sembra essergli tornata. ”Hey! Andavi alla Hawkins High, giusto?”
È passato un anno da quando hai finito la scuola e quindi da quando hai visto Eddie per l’ultima volta ma non è affatto cambiato. Indossa ancora quella catenina al collo con un plettro e soprattutto alle mani ha ancora gli stessi anelli che ti hanno fatto sognare. La maglietta dei Pink Floyd a cui ha strappato le maniche è infilata nei jeans neri strappati alle ginocchia con cui eri abituata a vederlo e mostrano con orgoglio i tatuaggi sulle braccia. Dei grossi anfibi ai piedi e una camicia di flanella rossa legata alla vita. Attorno al bicipite è stretta una bandana con dei teschi disegnati e ricordi che anche quella faceva parte di ogni suo outfit, in qualche modo. 
Annuisci e ricambi il sorriso. Fuori sembri sicura di te ma dentro hai tutti gli organi in subbuglio, le farfalle nella pancia non ti stanno dando pace e cerchi di placarle stringendo i pugni. ”Sì, esatto! mi chiamo Y/N.” Il suo buon umore si riflette su di te.
”Certo, mi ricordo. Una volta hai fatto una foto a me e al mio club. È ancora appesa sopra la mia scrivania.” Credevi che Eddie non fosse neanche al corrente della tua esistenza ma ora il pensiero che non solo si ricorda di te, ma che persino ti pensa ogni volta che vede quello scatto, ti fa serrare la mandibola per trattenere un saltello di gioia. ”Finalmente la fotografa misteriosa ha un nome.” Ridacchia. Facevi parte del giornale della scuola ed eri incaricata alle fotografie. Quel giorno è impresso nella tua memoria indelebilmente. Stavi ritraendo le cheerleader per un nuovo articolo e l’Hellfire Club era presente nella stessa palestra. L’idea di Eddie era prenderle in giro e scherzare mettendosi in posa proprio come loro, la cosa ti ha fatto talmente ridere che hai dovuto immortalare il momento per forza. Sei corsa via ancor prima che potessero rivolgerti parola. Avevi sviluppato la foto e data a Nancy Wheeler e in qualche modo era arrivata a Eddie. ”Posso offrirti da bere?”
Ci troviamo in un altro tuo sogno erotico o Eddie Munson ti ha chiesto davvero se vuoi bere qualcosa con lui?
”Volentieri.” Ammicchi.
È il vostro turno al bar, Eddie si appoggia con le mani al bancone e si avvicina al barista per farsi sentire meglio a causa della musica alta. ”Due birre, grazie.” 
Con le vostre bevande, vi allontanate di qualche passo. Siete di fianco allo stand del merchandising dei Corroded Coffin e ne approfitti per mandare avanti la conversazione. ”La conosci la band di stasera?”
Eddie trattiene una furba risata, ”Sì, se la cavano.”
”È strano che con un nome così non siano famosi.”
”Certamente chi l’ha inventato deve essere un genio.” Si gratta ironicamente il mento.
Dai un’occhiata allo stand e alle cose che vendono. Insieme ai CD, alle cassette del loro album e le t-shirt, ci sono anche delle spille con il solito logo contornato da corna da diavolo e coda appuntita stilizzate. ”Dai, una spilla me la prendo.” Confermi, vuoi avere un souvenir. Il ragazzo dietro al tavolino prende i soldi che gli stai passando e ti giri di nuovo in direzione di Eddie.
”Ottima scelta.” Eddie ti sorride, mostrando che sulla sua maglietta strappata ce n’è una uguale ben salda. Tu, indossando solo una canottiera corta sotto la camicia, decidi di applicarla sulla tua gonna a pieghe nera. Gli occhi di Eddie cadono involontariamente sulle tue gambe coperte dal povero tessuto delle calze a rete e ciò lo sta mandando ai pazzi. Sta solo pensando di strappartele di dosso. Il conflitto è che deve ammettere che ti stanno davvero bene insieme agli anfibi che porti e il make up nero.
”Y/N, ho preso un drink anche per te.” L’inaspettato incontro con Munson ti ha fatto completamente dimenticare di Steve, che ora, con due bicchieri di Gin Lemon in mano ti affianca e te ne passa uno prima di accorgersi che lo possiedi già. Il suo sguardo è confuso e i suoi occhi vagano prima su di te, poi sul ragazzo più alto in piedi di fronte. Realizza subito cosa sta succedendo e sussurra un piccolo ”oh” prima di alzare il mento in forma di saluto a Eddie. ”Ciao, Eddie, anche tu qui?”
”Mi aspettavo di vederti a qualche festa e non in un locale punk, Steve. Che sorpresa!” La frase pronunciata con entusiasmo ma la sua espressione dice il contrario. Riconosci un sorriso falso anche ad occhi chiusi. 
”Non ti ci abituare, accompagno solo Y/N. Tutte queste borchie mi mettono un po’ i brividi.” Steve intuisce la situazione e, sentendosi di troppo, aggiunge ”Cerco qualcuna a cui offrire il drink in più, a questo punto. Sei in ottime mani, Y/N, vi lascio!”
Eddie fa un gesto con la mano con cui tiene saldo il bicchiere di birra per salutarlo e dopo un ”D’accordo, a dopo.” da parte tua, Steve sparisce nella folla che pian piano, con l’avvicinarsi dell’inizio del concerto, sta aumentando. 
”Sei venuta con Harrington.” Eddie conosce la reputazione da rubacuori di Steve, per questo sembra turbato dalla cosa. La mandibola tesa, gli occhi scuri ti stanno fissando, quasi nascosti dalle sopracciglia a causa dell’angolazione del suo viso rivolto verso il basso, alla Stanley Kubrick. Come d’istinto, il suo corpo si è fatto più vicino al tuo.
”È solo un amico.” Ci tieni a precisare e noti come i suoi muscoli si stiano rilassando a questa rivelazione. La sua gelosia invia una scossa che ti percorre tutta la schiena fino a farti venire la pelle d’oca. Sei nervosa e speri che un sorso della tua birra possa aiutare.
Call Me di Blondie irrompe nella stanza ed Eddie chiude gli occhi facendo cadere la testa all’indietro. ”Amo questa canzone.” Afferma, entrando completamente in un mondo a parte. Le sue spalle larghe stanno oscillando a tempo di musica e non riesci a fare altro che guardarle muoversi mentre lo imiti e cerchi di entrare in quel suo mondo, tra le nuvole. La vostra connessione rende facile il tuo compito e ora state ballando insieme, persi tra le note musicali. Il tuo bacino dondola e viene incitato da una calda mano che ci si appoggia sopra. Non ci rimane a lungo, le dita di Eddie sfiorano il fianco tracciando la tua silhouette da sotto la camicia larga a quadri che indossi, simile a quella che porta lui al posto della cintura, fino ad arrivare al braccio, viaggiano ancora un po’ e poi arrivano alle tue dita. Il tuo mignolo è ancorato al suo indice intanto che i vostri corpi si fanno più vicini, senza fermarsi dal ballare. Le vostre teste stanno facendo avanti e indietro a tempo di batteria e non vi azzardate a rompere il contatto visivo. Entrambi state cantando ma la musica alta non permette di far risaltare le vostre voci.
Vorresti che Call Me non finisse mai, se questo vuol dire averlo così vicino, ma purtroppo è proprio quello che accade. Tornate entrambi coi piedi per terra ed Eddie solleva il polso per guardare l’ora sul suo orologio. ”Devo andare.”
Scuoti la testa in confusione, sei disorientata, pensavi che vi steste divertendo. Siete stati insieme solo per poco tempo, non hai nemmeno finito la tua birra. ”Ma-” provi a dire.
”Tranquilla, ci vediamo tra poco.” Eddie ti fa l’occhiolino regalandoti uno splendido sorriso adornato da fossette prima di posare un leggerissimo bacio sulla tua guancia che immediatamente si colora di una sfumatura più scura di rosa. Non lasciandoti mai con lo sguardo, si allontana dalla tua accaldata figura e sparisce dietro una porta che chiude appresso a sé. La scia del suo profumo fa sembrare che sia ancora lì per qualche istante e nel momento in cui realizzi che se n’è andato per davvero fai scappare un sospiro.
Ti guardi intorno e vedi che Steve è in compagnia di una ragazza dai capelli rossi, non vuoi disturbarlo. Un vecchio orologio a pendolo in un angolo del locale segna le dieci e mezza, il concerto dovrebbe iniziare a momenti. Non ti resta che dirigerti verso il palco per godertelo e sperare di riuscire a incontrare di nuovo Eddie a fine serata. Ti affianchi alle fan che hai notato all’inizio in prima fila e attendi, come stanno facendo le altre persone dietro di te, che lo spettacolo abbia inizio. Guardando le altre ragazze, capisci che stasera dovrai competere per ottenere l’attenzione dei componenti della band, in special modo del cantante. Ti piace finire la serata in loro compagnia e spesso e volentieri, finirci a letto. Sei brava in quel che fai, stasera farai di tutto per farti notare. La cosa che più ami, è che queste scappatelle iniziano e terminano nella stessa notte, con una persona importante e desiderata da tutti e questo ti fa sentire speciale, gonfia il tuo ego, ti diverti senza complicazioni.
All’improvviso tutte le luci si spengono. Ed eccolo, il brivido che sale lungo la tua schiena, familiare e sempre benvenuto. Un ampio sorriso compare sul tuo volto e l’adrenalina che stai provando in questo momento ti obbliga a liberare dai polmoni un urlo acuto. La stessa adrenalina provoca applausi e schiamazzi simili ai tuoi a tutto quanto il pubblico quando i riflettori si accendono di rosa e viola e puntano sul palco.
La macchina del fumo si aziona e fai fatica a distinguere cosa stia accadendo. Delle figure, in mezzo alla nebbia, prendono postazione ai loro rispettivi strumenti. Poi, con una rullata di tamburi preliminare, la batteria dà il via alle danze e tiene il ritmo. Un basso si unisce, il suo profondo suono ti entra fin dentro le ossa. Dum… Dum dum… Dum… 
Non stai più nella pelle. Involontariamente il tuo corpo ha iniziato a muoversi a tempo con l’introduzione dei Corroded Coffin, a saltellare sul posto. Il pubblico sta battendo le mani e decidi di fare lo stesso. Siete tutti impazienti.
Una chitarra prende in mano la situazione e la canzone prende forma. Un’altra chitarra segue il resto degli strumenti e le fan vicino a te sembrano impazzite. Stanno saltando e portando le mani in avanti per avvicinarsi quanto più possibile alla nuova figura entrata in scena.
Il fumo piano piano sbiadisce, così riesci a vedere meglio i componenti. Il batterista ha i capelli, castano chiaro e lunghi, che gli coprono l’intero viso a causa dei suoi sfrenati movimenti contro il suo strumento. Indossa un gilet di jeans con delle spille degli Iron Maiden e dei Metallica, sotto di questo, niente, il suo petto nudo è già sudato e sopra ci cade una collanina con un teschio. Sposti il tuo sguardo sul bassista e ti rendi conto di averlo già visto da qualche parte. La sua lucente giacca di pelle quasi ti acceca, non riesci capire chi sia questo volto familiare. La realizzazione fa capolino sul tuo viso quando vedi che il chitarrista sta indossando la maglia dell’Hellfire Club. Questi ragazzi venivano tutti alla Hawkins High. Non ti resta che posare gli occhi sul frontman e… 
”Buonasera, bellezze! Siete pronti a spaccare tutto quanto?” Eddie fottuto Munson.
Spalanchi la bocca, sei stupita, ma anche eccitata. Non te lo aspettavi e internamente ti stai schiaffeggiando. 
Eddie si allontana dal microfono per sfoggiare la sua scintillante BC Rich Warlock rossa e nera e, suonando, viene dritto nella tua direzione. Le vibrazioni delle corde di quella chitarra elettrica dominano sull’intero Hideout. Il resto della band, che finalmente hai riconosciuto, accompagnano quella potenza Metal che è Eddie Munson. L’altezza del palco gli consente di chinarsi solo leggermente verso di te per guardarti negli occhi. Quel caldo marrone delle sue iridi è capace di scioglierti e quando ti sorride, mostrando le fossette lungo le guance, le tue gambe diventano gelatina. Prima di ritirarsi per attraversare l’intero perimetro del palco ed esibirsi davanti alle ammiratrici con le magliette del merchandising, ti rivolge un occhiolino. 
Durante il concerto, gli occhi di Eddie non ti abbandonano mai. Anche le fan di fianco a te se ne stanno accorgendo, infatti ti ucciderebbero con il loro sguardo pungente e infuocato, se potessero. Sei ammaliata dai suoi movimenti, il suo intero corpo si agita insieme alla chitarra e quelle dita, oh… quelle dita. Veloci e abili in quello che fanno, maestre esperte, il plettro stretto tra l’indice e il pollice, la mano sinistra che cerca gli accordi. Ti chiedi come facciano a non sanguinare sopra quelle corde in metallo per via della passione che ci mette nel suonare. Non fai altro che immaginarle dentro di te, impegnate a muoversi nello stesso modo, dedicandoti la stessa foga. Lo smalto nero che porta sulle unghie è rovinato e a questo punto immagini che sui palmi ci siano anche dei calli. Pensi che il suo tocco potrebbe essere talmente ruvido da farti male, in contrasto con la tua pelle liscia, ma ciò non ti ferma dal desiderarlo ardentemente su tutto il tuo corpo nudo. I muscoli delle sue braccia che si irrigidiscono. Stringi le cosce per contenere l’eccitamento ma lo sai benissimo che hai le guance di due tonalità più scure, le labbra più gonfie del normale e soprattutto le mutandine fradice. Non conosci le canzoni ma ti rapiscono e ti obbligano a ballare, a concederti a ogni nota.
Il sudore che scende dalla fronte di Eddie fa sì che i suoi capelli ricci e crespi si attacchino sul suo viso, sciolti sulle spalle si agitano insieme a lui a ritmo. La sua voce è celestiale, roca e profonda. Le tue orecchie non hanno mai udito tale bellezza. 
Finita la canzone che stavano suonando, Eddie si allontana di qualche passo per prendere un asciugamano e asciugarsi il viso. Le sua testa è piegata in avanti e le sue spalle sembrano ancora più grandi viste da dietro. ”Questa che stiamo per suonare è una canzone che non è ancora uscita.” Annuncia tornando alla sua postazione. Fa una piccola pausa quando il pubblico strilla in risposta. ”È l’ultima per stasera, si chiama Sex on Fire e fa più o meno così.”
Il brano inizia tranquillo con il profondo basso di Jeff e la chitarra di Grant. Eddie intanto ha chiuso gli occhi per immergersi completamente nel momento e col piede sta tenendo il tempo. Dopo qualche secondo entra anche Gareth con la batteria insieme alla chitarra principale di Eddie e tutto si fa più movimentato.
Il ritornello libera tutta la forza che possiede Eddie nel cantare e tu rimani ipnotizzata. È orecchiabile, per cui non fai fatica a imparare le parole. Le sue carnose e rosse labbra vicino al microfono, sono fatte apposta per baciarti, leccarti, esplorarti. I suoi lineamenti sono evidenziati dalle luci stroboscopiche colorate dei riflettori, illuminando i suoi zigomi e le sue gote incavate. L’arco di cupido inciso in modo perfetto sopra il labbro, progettato sicuramente da qualche scultore, potrebbe fare invidia alla più perfetta statua greca. Eddie ha notato che hai imparato il pezzo in tempo zero, per cui ti sorride prima di staccare il microfono dall’asta e avvicinarsi a te durante l’ultima ripresa. Si china, posiziona la chitarra dietro la sua schiena e lascia che sia Grant a suonare al posto suo e non più ad accompagnare. Porta il microfono vicino alla tua bocca e lui fa lo stesso, continuando a cantare. I vostri visi sono vicinissimi, afferri il concetto e canti insieme a lui, non interrompendo il contatto visivo.
You Your sex is on fire
Consumed With what’s just transpired
And you…
Il resto del pubblico è sparito. Siete solo voi due e la canzone. I vostri nasi si stanno sfiorando e se non fosse per il microfono vi stareste baciando. Stai ballando, saltellando e anche lui fa lo stesso. I vostri occhi, gli uni persi nel profondo degli altri. Non ti preoccupi di essere intonata o meno - e molto probabilmente stai gridando e basta - perché Eddie è davanti a te, ti sorride, con tutta la sua accecante bellezza, complice. Non esiste sensazione migliore, il cantante della band che si dedica completamente a te, solo e soltanto a te nell’intero pubblico, con tante ragazze urlanti disposte a tutto per prendere il tuo posto, e quando è Eddie Munson a farlo, il gesto assume ancora più valore.
Sex on Fire finisce ed il pubblico applaude, tu fai lo stesso. 
”Siamo i Corroded Coffin, grazie di tutto!” Eddie esclama lanciando il plettro in mezzo alla folla. Con la mano alzata in segno di saluto e un sorriso in volto si allontana verso il backstage, seguito poi da Jeff e Grant. 
”Comprate il nostro CD!” Afferma Gareth, si alza dalla sua postazione dietro la batteria e imita Eddie lanciando entrambe le sue bacchette. Una fan di fianco a te sta piangendo, essendo riuscita ad incoronare il suo sogno di avere sia il plettro che la bacchetta.
Le persone si sparpagliano per la sala, la musica della radio ricomincia a suonare mentre tutta l’atmosfera si affievolisce. L’adrenalina che hai nel corpo ci sta mettendo più del dovuto a scendere, per cui, sgambettando, vai alla ricerca di Steve. Per fortuna è solo a qualche metro più in là, con un braccio avvolto intorno alla vita della rossa che hai visto prima.
”È stato magnifico!” Affermi sorridendo.
Steve ricambia l’espressione contenta. ”Vai da lui.”
Aggrotti le sopracciglia. ”Cosa?”
”Vai da lui.” Ripete. Capisci subito di chi sta parlando, ancora prima che possa continuare ”Vi ho visti durante il concerto, se non fosse stato per tutte queste persone vi sareste saltati addosso.”
Ti prendi un momento per riflettere sulla cosa. Cazzo, se ha ragione. Eddie Munson ti ha letteralmente divorata per tutta la durata dello show e te lo stai facendo scappare così? Per un attimo hai dimenticato persino il tuo nome.
”Vero, credo che tu debba anche sbrigarti.” La ragazza dai capelli rossi si permette di intervenire, indicando dietro di te. Ti giri, il suo dito sta puntando su un cerchio di fan accanite in cerca di autografi, probabilmente lì in mezzo c’è Eddie.
Annuisci a entrambi e saluti Steve con un abbraccio, in questo modo gli hai fatto intendere che non hai bisogno di lui per tornare a casa.
I sentimenti che provi nei confronti di Eddie sono ancora più forti di prima, non può finire così e lui non può portarsi via un’altra ragazza quando sapete entrambi che siete fatti l’una per l’altro. Ti avvicini minacciosamente al gruppo di ammiratrici, con un paio di gomitate hai raggiunto Eddie. I suoi occhi si illuminano alla tua visione angelica, la salvezza che gli serviva. Probabilmente un bagliore circonda la tua persona.
”Ancora tu?” Qualcuna sbuffa, il sentimento di gelosia che provano e la tensione tra di voi è palpabile. Ti limiti a lanciarle un’occhiataccia.
”Scusate ragazze, ma io devo proprio andare.” Il fenomenale chitarrista si porta una mano al cuore dispiaciuto, china leggermente la testa. Ama le sue fan ma a volte esagerano ed è sicuro che le rivedrà al prossimo live.
Eddie ti afferra la mano e ti trascina via da lì. Tra la folla scivola come olio e fa strada verso la stessa porta in cui era entrato prima di iniziare. Attraversate per un attimo il backstage e varcate un’altra porta. Adesso siete sul retro del locale, è buio, notte fonda, una debole luce di un lampione riesce a illuminare voi e i cassonetti dell’immondizia, dimora di alcuni gatti randagi che con la vostra presenza sono scappati. Un van marrone mezzo ammaccato è parcheggiato nello stesso vicolo. Vedevi Eddie arrivare a scuola a bordo di esso e hai unito i puntini. 
The dark of the alley The breaking of day
Solo ora noti che Eddie si è cambiato i vestiti, sicuramente a causa del sudore. La t-shirt che sta indossando è dei Black Sabbath e anche questa è strappata, ma a differenza della precedente, a mancare non sono le maniche, bensì la parte di sotto. Il suo addome è completamente scoperto, la V è una perfetta pista d’atterraggio e i tuoi occhi stanno planando nella direzione in cui punta, il suo ombelico è esposto e decorato da una striscia di peli neri. I suoi boxer blu fuoriescono leggermente dai jeans, gli stessi di prima. Dalla tasca posteriore di quest’ultimi tira fuori un pacchetto di sigarette. Gli dà due colpetti con il palmo dell’altra mano, un’abitudine che non ha senso, ma che ha sempre fatto scaramanticamente.
”Un po’ di pace.” Dice, tirando fuori due sigarette, una te la porge prima di mettere la sua tra le labbra. L’accetti. Dall’altra tasca estrae il suo accendino Zippo, con un gesto veloce fa scattare il meccanismo che aziona la fiamma, porgi il viso in avanti, la sigaretta ben ancorata trai denti, Eddie te l’accende. Fa la stessa cosa con la sua. Con rapido movimento della mano chiude lo Zippo e rimette il tutto nei jeans.
”Già, incominciava a mancarmi il fiato lì dentro.” Le tue parole escono insieme ad una nuvoletta di fumo.
”Scusa, faccio questo effetto.” Scherza Eddie ma in realtà è proprio così. Fa un passo indietro per appoggiarsi al suo van, modello Chevrolet Nomad del ’79, la schiena completamente aderente al furgone e un piede alzato. Ha le braccia conserte ma una mano l’ha vicina al viso per poter fare qualche tiro ogni tanto dalla sigaretta.
Questa improvvisa distanza tra voi due non ti piace, non la sopporti, quindi ti avvicini, ancora, ancora. Ti accomodi tra le sue gambe, il ginocchio che tiene alzato ti sta sfiorando la coscia. ”Menomale che siamo soli, non riesco più a sentire da un orecchio, quelle di fianco a me non smettevano di strillare.”
Eddie rilassa le braccia e con un dito si aggrappa ad un passante della tua minigonna a pieghe. Aspira un altro tiro. ”Sei una piacevole sorpresa, ragazzina, lo sai?” Il fumo esce dalle sue labbra e ti sfiora il viso delicatamente. 
”Penso lo stesso.”
Sei naufraga di quegli occhi così caldi e profondi, più scuri di come li ricordavi. Un luccichio, forse dovuto dalla luce del lampione, o forse dovuto alla brama che prova nel vederti, fa sì che assomiglino a due ossidiane. ”Il tuo amico Steve dove l’hai lasciato?” Inspira attraverso un sorrisetto, l’estremità della sigaretta che si consuma e la cenere che cade tra il minuscolo spazio che vi divide. Ti tiene ancora ben stretta per la gonna.
Sai come agire e ricambi con lo stesso sorriso malizioso. ”Lascialo stare, il mio amico Steve.” Il tuo corpo si fa più vicino al suo, lasci cadere per terra la sigaretta quasi finita e la pesti con lo stivale. Hai in mano il controllo e sei tu a decidere che le vostre labbra devono solo sfiorarsi e non incontrarsi. Sei in punta di piedi per via della differenza d’altezza. Hai gli occhi fissi su di lui. La tua mano si aggrappa alla fibbia della sua cintura.
Il chitarrista deglutisce. ”Da dove cazzo sei uscita, tu?” Si riferisce alla chimica che c’è tra voi due. Vi conoscete da qualche ora ma state funzionando, gli piaci così tanto e desidera assaporare ogni secondo con te. I suoi occhi sono chiusi e ti scappa una risata quando lo senti strozzare un sospiro, la tua mano pronta a slacciargli la cinta. Eddie lancia via la ormai consumata sigaretta.
”Perché non ce ne and-” provi a dire, ma vieni interrotta da Eddie che ribalta la situazione, prendendo il tuo viso e sbattendoti contro il furgone. Quella sofferenza era durata fin troppo e azzera la distanza che vi separa, unendo finalmente le vostre labbra. Le sue dita in mezzo alle ciocche dei tuoi capelli, tirano leggermente e non ne può fare a meno, vuole sentirti più vicina possibile. Il suo naso contro la tua gota e la sua bocca, oh Dio, si dimena contro la tua in un miscuglio di lingue e saliva. Degli ansimi silenziosi e caldi fuoriescono da entrambi. Non ti sembra vero. Stai sicuramente sognando.
Eddie ti solleva per le cosce e ti fa sedere sul cofano del van. Rabbrividisci un attimo per via del materiale freddo del veicolo contro la tua pelle, la tua gonna è molto corta e a coprirti le gambe solo le calze a rete. Ti sta stringendo la schiena per far sì che le vostre figure siano legate completamente, le tue braccia sulle sue spalle. 
You…
Vi siete desiderati così tanto che adesso non volete lasciarvi andare. Ma c’è luogo e tempo per tutto, per cui Eddie si stacca dal bacio, con rammarico, e osserva le tue labbra gonfie e scarlatte, bagnate. Sei così sexy e lui deve averti. ”Sì, sì. Andiamocene.” Eddie continua la tua frase.
Con un piccolo aiuto scendi dal cofano, il frontman dei Corroded Coffin apre la portiera al tuo posto e ti fa salire, poi fa lo stesso con la sua e si posiziona sul lato del guidatore. Dall’aletta parasole fa cadere la chiave e accende il motore, uscendo da quel vicolo stretto. Vi state lasciando alle spalle il The Hideout.
Non sai dove state andando, ma non ti importa. Stai solo pensando a Eddie. Eddie, Eddie, Eddie. Sta guidando dritto nel buio e stringe il volante talmente forte da far diventare le sue nocche bianche. La mancanza delle tue morbide labbra si fa sentire, così tanto da obbligarlo a mordersi le proprie. 
Head while I’m driving I’m driving
Una mano si appoggia sul tuo ginocchio, è Eddie, cerca disperatamente il tuo contatto. Viaggia sulla tua coscia e finisce sotto la minigonna. Le sue dita sono sulle le tue mutandine e ti stanno accarezzando. Il respiro si fa sempre più pesante e la tua intimità sempre più calda e bagnata. Il tuo corpo si rilassa sul sedile ma sobbalzi quando senti il materiale delle calze a rete venire strappato. Le aveva afferrate in un pugno e strattonate con una mossa rapida. Tale prepotenza fa scappare un gemito dal fondo della tua gola. Un grosso buco permette a Eddie di sentire ancora di più tutto l’eccitamento che stai covando per lui.
Soft lips are open Them knuckles are pale
Eddie sta continuando a guardare la strada mentre tu hai il capo che affonda sul poggiatesta, il mento in alto, gli occhi rivolti verso il tettuccio del van. Le tue gambe sono spalancate ed Eddie ti sposta le mutandine da un lato. Con una mano stringi il sedile mentre l’altra è ben salda all’orlo della tua gonna. La punta delle sue dita sono sulla tua entrata, il medio e l’anulare sprofondano in te senza alcuna resistenza, le riporta fuori per collezionare tutto il tuo eccitamento fino al clitoride, poi le inserisce nuovamente, ancora una volta, e ancora una volta. Fai fatica a trattenere i gemiti di piacere, per cui decidi di lasciarti andare e coinvolgere Eddie nel tuo pornografico concerto di ansimi e respiri profondi.
Feels like you’re dying You’re dying
”Eddie, Eddie. Ti prego…” Riesci a dire in un sussurro, mentre le sue dita si divertono a muoversi dentro il tuo sesso. Le senti fino in fondo e finalmente hai una risposta, i suoi anelli sono ghiacciati a contatto con la tua bollente pelle. Ti stai contorcendo dal piacere.
You… Your sex is on fire
Eddie ha la bocca leggermente aperta per fare uscire meglio il suo affanno e ciò che ha nei boxer non riuscirà a tenerlo a bada ancora a lungo. ”Ci siamo quasi, piccola, casa mia è qui vicino.” Ti rassicura.
”Ti voglio. Adesso. Ho bisogno di te.”
Non se lo fa ripetere una seconda volta e appena vede l’opportunità, sterza tutto il volante per accostare all’entrata del bosco.
Nel frattempo, il resto dei Corroded Coffin sta uscendo dal retro. Hanno tutti gli strumenti e l’attrezzatura pronta per essere caricata sul van, ma boccheggiano quando si accorgono che quello che li sta aspettando non è altro che un vicolo vuoto. Gareth fa cadere i piatti a terra. ”Ma che cazzo?”
”Fottuto Munson.” 
Eddie scende dal veicolo spento e ti raggiunge per aprirti la portiera. Ti aiuta porgendoti una mano e quando i tuoi piedi toccano terra con un saltello, Eddie non perde tempo per ricominciare a baciarti. La vivida fiamma all’interno dei vostri petti fa sì che il vostro cercarvi l’un l’altra sia doveroso, le vostre mani aggrappate al corpo dell’altro come se in qualsiasi momento poteste scappare via. Tira la maniglia della portiera scorrevole posteriore, poi prende la giacca di pelle appesa ad uno dei sedili e l’adagia sul pavimento del van. Non ce n’è bisogno in quanto è presente la moquette: oltre al furgone per l’attrezzatura dei Corroded Coffin, Eddie lo utilizza come covo per fumare erba ed è arredato per renderlo più confortevole possibile. Sorridi lo stesso in quanto pensi che sia un bel gesto.
Ti trasferisci sul retro del van e ti siedi, le mani appoggiate dietro di te e le ginocchia alzate, le gambe leggermente divaricate. Il chitarrista ritrova le tue labbra e annaspando con una mano trova la maniglia della portiera per chiuderla dietro di sé. Afferrandoti una guancia, ti fa sdraiare sulla sua giacca di pelle.
Si adagia in mezzo alle tue gambe, ti sta stringendo il culo da sotto la gonna a pieghe. Un rigonfiamento duro sta spingendo contro la tua intimità e la cosa ti fa sospirare oscenamente. Il grezzo materiale dei suoi jeans inizia a muoversi contro di te, sul tuo delicato sesso. Le sue mani esplorano la tua intera persona, ti spogliano della camicia, lanciata poi lontana da voi e abilmente ti sfila anche il top. Eddie trova il delicato materiale del tuo reggiseno e ne traccia i contorni, provocandoti dei brividi. Fa cadere le sottili bretelle lungo le tue spalle, le vostre lingue ancora attorcigliate, inarcando la schiena lo aiuti a slacciartelo e poi a fargli fare la stessa fine della camicia. Il tuo seno viene stretto, nonostante la vostra foga, in modo delicato e non potresti amare questo uomo più di adesso. Il perfetto equilibrio tra passione e rispetto ti fa sentire al settimo cielo. Eddie ti tratta come la più delicata creatura ma al tempo stesso ti fa sentire una porno star. Il suono di un profondo gemito da parte sua vibra sulle tue labbra. Riprende fiato, sussurra un leggero ”Cazzo…” e poi i suoi denti ti sfiorano il collo, poi le clavicole, infine il tuo capezzolo già irrigidito ed eccitato. 
Hot as fever Rattling bones
Il bottone della gonna viene slacciato dalle sue esperte mani ed essa viene poi sfilata, facendola scendere lungo le tue meravigliose gambe. Eddie ti sta ammirando. Ora hai addosso solamente le calze a rete, rotte, che permettono alle tue mutandine di essere protagoniste, e gli anfibi ai piedi. Sembri uscita da un magazine di Play Boy e lui potrebbe venire solamente guardandoti. Sei impaziente e lo vuoi dentro di te, ma Eddie vuole assaggiarti e ricordarsi per sempre del tuo sapore. Si abbassa verso il tuo addome, tracciando con la lingua una linea immaginaria fino al pizzo del tuo intimo, ci lascia un caldo e umido bacio prima di soffiarci sopra ”Sei così bagnata, è tutto per me, non è vero?”
I could just taste it Chased it
Eddie ti apre ancora di più le tue gambe e te le abbraccia, portandole sopra le sue spalle. La sua testa è immersa lì in mezzo e i suoi capelli lunghi stanno solleticando le tue cosce. Il suo delicato ma ruvido tocco arde sulla tua pelle. In questo momento sei la miccia di una bomba pronta ad esplodere. ”Sono solo tua.”
Eddie ti sposta le mutandine da un lato. ”Brava, ragazzina, dillo.” Altri baci vengono posati sul tuo sesso.
”Tua.” Ansimi. 
Sorride compiaciuto e affonda completamente il viso in te. La sua lingua si muove frenetica sul tuo clitoride, la sua bocca ti avvolge. Fai fatica a vederlo per via del buio della notte, ma percepisci ogni suo movimento e la tua mano finisce tra i suoi capelli, permettendogli di starti più vicino. Intanto ti stai stimolando un capezzolo. Il rumorino dei suoi baci e della sua lingua si confondono coi tuoi affanni e riempiono il van di passione che si manifesta sui vetri, appannandoli.
”Dimmi come ti faccio sentire, piccola.” Il tuo sapore è diventata la sua nuova cosa preferita.
Stai tremando e i tuoi fianchi oscillano su e giù sul suo naso. ”Mi fai bagnare così tanto, Eddie…”
”Amo il modo in cui dici il mio nome.” Si allontana dolcemente e tira una leggera pacca sul tuo sesso gonfio, gli anelli di acciaio ti colpiscono e gemi per il loro materiale duro contro di te. Eddie afferra l’orlo del suo crop top e se lo sfila di dosso, esibendo il suo petto virile e tatuato. Vorresti leccarglielo e morderlo, lasciargli i segni del tuo passaggio e ufficializzarlo tuo.
Le tue mani finiscono sulle sue spalle per fargli cambiare posizione, sfiorando quella collanina con il plettro a cui è tanto affezionato, si appoggia con la schiena alla parete del van mentre ti fai strada tra le sue gambe. Gli sfibbi la cintura e gli tiri giù la zip dei jeans. Eddie solleva il bacino per far scendere meglio i pantaloni insieme ai boxer, fino a toglierli. La sua prorompente erezione sbatte contro il suo addome e tu boccheggi alla meraviglia che hai davanti. Eddie è così grande, non sai come farai a gestirlo. Lo guardi dritto negli occhi e gattoni verso il suo pene lentamente, sensualmente, l’espressione colma di malizia, le tue iridi velate dalle lunghe ciglia truccate di nero. Ti chini su di lui, sei inginocchiata e il tuo culo, coperto dalle calze a rete e dal pizzo, è ben in alto, donando a Eddie una vista che non dimenticherà mai. La tua lingua sfiora le sue palle e traccia una linea lungo tutta la lunghezza del suo sesso, Eddie fa uscire un profondissimo lamento alla nuova sensazione. La sua voce è roca, il suo petto si alza e si abbassa velocemente. Prendi la punta tra le labbra, bagnandola con la saliva e lentamente lo fai entrare nella tua bocca. Arrivata a metà, non ce la fai. Sollevi la testa e ci riprovi, ricreando le stesse azioni ma prima ci sputi volgarmente sopra e lo pompi un paio di volte con la mano mentre riprendi fiato.
”Sei bravissima, pensi di riuscire a prenderlo tutto?” Eddie prende il tuo viso con una mano, poi la sposta tra i tuoi capelli. Dai lati della tua bocca escono dei rivoli di saliva e le tue labbra sono gonfie e bagnate. Annuisci ed Eddie ti conduce di nuovo verso il suo pene. ”Brava.”
Avvolgi nuovamente la sua punta e questa volta con più decisione, fai scendere la testa fino in fondo, il tuo naso solleticato dai peli corti alla base del cazzo. Eddie ansima per la tua iniziativa e il suo pene ha un piccolo spasmo nella tua gola. Riesci a sentirlo tutto, la cappella sta stuzzicando la tua ugola e ciò ti provoca un piccolo conato, ma resisti. Due lacrime solitarie scorrono lungo il tuo viso, Eddie impedisce loro di cadere, raccogliendole con il pollice.
Ti prendi qualche secondo per abituarti all’enorme presenza, successivamente riprendi a muovere la testa, su e giù. La tua lingua crea disegni immaginari sulla sua lunghezza. Eddie venera il capolavoro che sei, come ti agiti sensualmente e quando inizi a masturbarti, soffocando i tuoi gemiti intorno al suo pene, facendo vibrare l’intera bocca, Eddie fa cadere la testa all’indietro, provocando un rumore quando il suo capo si scontra con la parete metallica del furgone. I suoi occhi non ti lasciando andare e tu fai lo stesso. 
”Sì, continua così.”
La sua mano tra i tuoi capelli non ti spinge più in profondità ma accompagna i tuoi movimenti. Sei sicura di te e la tua autostima ti fa giocare con Eddie. Hai una mano sul suo addome, l’altra sta stimolando il clitoride. Il fondo della tua gola viene colpito in continuazione e ciò ti fa lacrimare. Senti che Eddie è sempre più vicino, i suoi gemiti sono più rimbombanti. Aumenti il ritmo e lui, stringendoti le ciocche per tenerti ferma, viene copiosamente nella tua bocca. Il suo caldo sperma scende lungo la tua gola e ingoi tutto quanto. Alzi la testa e una scia di saliva collega il tuo labbro inferiore con la sua arrossata e gonfia cappella. Hai le guance rosse, gli occhi lucidi e il mascara si è sciolto in due righe nere lungo il tuo viso per colpa delle lacrime. Riprendi fiato guardando Eddie che fa lo stesso. Sei un disastro ma il chitarrista pensa che tu sia migliore di qualsiasi quadro del rinascimento e pensare che quel viso distrutto ma contento e soddisfatto è opera sua, provoca un altro spasmo al suo cazzo.
Gattoni su di lui, sedendoti sopra il suo grembo, ”Devo averti dentro di me, Eddie.” Fai ricongiungere le vostre labbra, sulla tua lingua inciso il suo sapore. 
Eddie brancola nel buio alla ricerca dei suoi pantaloni e una volta trovati, tira fuori dalla tasca anteriore il portafogli. Lo apre ed estrae la bustina luccicante e argentata di un preservativo. I tuoi occhi si illuminano di lussuria. Apre attentamente l’involucro e se lo infila.
Direzionato da Eddie, la punta del suo pene picchietta sulla tua rovente entrata e ciò ti fa fremere. Spostandoti le mutandine di lato, raccoglie tutto il tuo eccitamento per lubrificare il profilattico e quando sentite che è abbastanza, Eddie affonda in te. Tenendoti sulle le sue spalle, lo fai entrare lentamente. ”Guardami dolcezza, senti come ti stai aprendo per me.” Ti mormora sul viso.
Hai la bocca spalancata, ti siedi completamente su di lui, le vostre cosce che si toccano. ”Hai visto? Questo cazzo è fatto apposta per te.”
Sei piena, il suo membro ha raggiunto punti che nessuno è riuscito a toccare. Inizi a saltellare su di lui, le sue mani sui tuoi fianchi per guidarti nei movimenti. Il tuo seno rimbalza a qualche centimetro dal suo viso e il tuo culo sta schiaffeggiando le sue cosce causando dei rumori assordanti ed eccitanti. La sua pelle nuda è così morbida e liscia, adornata da tatuaggi che lo rendono possibilmente più attraente. L’interno del tuo sesso lo avvolge con armonia e ogni tanto lo stringe con delle piccole contrazioni e ciò lo fa impazzire. La tua schiena è inarcata per sentirlo ancora di più dentro di te, ti stai dimenando e ora non è più un saltellare ma un avanti e indietro. Il clitoride sta sfregando sul suo pube e le tue ginocchia grattano contro l’apparente materiale morbido della moquette, ma in realtà ti sta graffiando la pelle per colpa della foga che ci stai mettendo a fottere Eddie Munson.
”Sì, sì, sì… Oh, Eddie.” Ogni parola esce insieme ad un gemito a ritmo con le tue spinte.
But it’s not forever But it’s just tonight Oh, we’re still the greatest
Sei vicinissima all’orgasmo quando Eddie ti afferra entrambe le guance con una mano, obbligandoti a guardarlo. Con l’altro braccio ti tiene ferma, abbracciandoti, cosicché tu non possa più muoverti e sia lui a spingersi dentro di te, sollevando i fianchi da terra e affondando più in profondità. I tuoi occhi girano all’indietro.
La miccia si sta consumando e la bomba sta per esplodere, ma il metallaro sconvolge la situazione, girandoti e posizionandoti a quattro zampe. Eddie continua a scoparti, aggrappato al tuo culo, stringendo la tua carne. In pugno ha le tue calze a rete e con ogni spinta si strappano sempre di più. Stai urlando dal piacere e odi non poterlo guardare, ma la nuova posizione favorisce al tuo orgasmo di arrivare più rapidamente. ”Sì, Eddie, proprio lì. Continua così, ti prego, non ti fermare.” Ti sollevi per raggiungere il sedile anteriore e avvolgere un braccio intorno al poggiatesta. Sei sicura che se non ti reggi a qualcosa potresti svenire. Il tuo corpo sta tremando insieme all’intero van, hai le gambe deboli ed Eddie si sta spingendo in te sempre più forte e veloce.
”Non ci penso neanche a fermarmi. Sei perfetta.” Eddie ti afferra i capelli dalle radici, portandoti la testa all’indietro e ciò rende i tuoi gemiti soffocati. Il suo respiro contro il tuo orecchio, i vetri dei finestrini oscurati dai vostri affanni. Uno schiaffo arriva prepotente sul tuo culo e un grido esce dalla tua peccaminosa bocca. Un altro, seguito da un altro ancora. Hai la pelle arrossata e leggermente violacea.
The greatest The greatest
And you… Your sex is on fire
”Cazzo.” La vocale finale è prolungata in quanto il tuo orgasmo si sta facendo strada nel tuo corpo, portandoti sulle nuvole, la tua voce storpiata a causa dei fianchi di Eddie che violentemente si scontrano coi tuoi. Lo senti nello stomaco, nella gola e lo lasci andare con un urlo. La bomba sta esplodendo in mille fuochi d’artificio che rendono la tua figura tremante. Le tue gambe hanno degli spasmi quando senti che Eddie sta andando incontro al suo secondo orgasmo.
”Sto venendo.” Afferma Eddie in un gemito e gli servono solo qualche altro paio di spinte per svuotarsi all’interno del preservativo. Rimane fermo qualche secondo dentro di te, poi si sdraia sulla moquette sfinito. Anche tu lo sei, per questo fai la stessa cosa, usando il suo braccio come cuscino.
”Cazzo.” Ripeti mentre il tuo fiato torna regolare.
Eddie sfila il profilattico dal suo pene rosa che si sta ammorbidendo e ci fa un nodino prima di lanciarlo da qualche parte nel van come avete fatto coi vostri vestiti. Sollevandosi coi gomiti, raggiunge il tuo viso per un bacio finale molto stanco ma ugualmente pieno di passione. La sua mano da chitarrista è grande quanto la tua faccia. Si stacca dal bacio e ti sorride, ”Sei una fottuta meraviglia.” Dice, poi si riveste. Tu rimani sdraiata un po’ più a lungo di lui e quando ti alzi noti che le tue calze sono ridotte a brandelli. Non ti importa più di tanto e dopo aver setacciato il van, ti rimetti i vestiti.
Scendete entrambi dal furgone per tornare ai sedili anteriori ed Eddie si rimette alla guida.
”Dove andiamo?” Gli chiedi, la voce un po’ roca dovuto al potentissimo orgasmo che Eddie ha saputo donarti. Pensi che sia stato il più intenso che tu abbia mai avuto.
”La mia roulotte è proprio qui dietro. Non ti lascio tornare a casa ridotta così.” Eddie si riferisce alle tue calze distrutte, il trucco colato e i capelli che stanno facendo invidia a Ozzy Osbourne. Ma ti trova stupenda, più bella di inizio serata, quello scompiglio esiste grazie a voi e alla vostra sfrenata connessione.
Annuisci e dopo soli cinque minuti siete arrivati al suo caravan. Scendi dal van e lasci che Eddie ti mostri la via. Ti apre la porta e ti fa accomodare nella sua dimora. Ti fa strada fino in fondo al corridoio, in camera sua e ti consiglia di sdraiarti sul letto. È esattamente come te l’aspettavi, rispecchia in pieno la sua personalità. Il tema scuro delle tende, altre due chitarre appese al muro, amplificatori, i poster delle band Metal più famose e sulla scrivania, come aveva detto, la foto che avevi scattato all’Hellfire Club in palestra. Quando il tuo corpo entra a contatto con quel morbido materasso, chiudi istintivamente gli occhi. Fai uscire un mugugno dalla bocca, ti sembra di stare su una nuvola rispetto alla moquette del furgone.
”Puoi farti una doccia e sentiti libera di usare i miei vestiti.” Dice Eddie, indicando il suo armadio dall’altro lato della stanza.
Noti che lui, invece di raggiungerti a letto, si infila la giacca di pelle recuperata dal furgone e sembra di fretta. ”Tu dove vai?” Gli chiedi in mezzo ad uno sbadiglio. Chiudi di nuovo gli occhi e il tuo intero corpo si rilassa.
”Ho dimenticato qualcosa al locale.” Si china per darti un bacio sulla tempia, ti sposta qualche ciocca di capelli dal viso e la usa come scusa per accarezzarti. Sei in completa balia del suo tocco e appena si accorge che ti sei addormentata, Eddie sorride. Ti sfila le scarpe e ti copre col suo lenzuolo, poi, accorgendosi che deve affrettarsi per recuperare cosa, o meglio chi, ha lasciato al The Hideout, corre in direzione del van.
Tu, al contrario, sei tranquilla e ti senti al sicuro tra le sue coperte.
I sogni si avverano, anche quelli bagnati.
And you… Your sex is on fire
Consumed With what’s just transpired
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nosferatummarzia-v · 22 days ago
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*la storia di una vampira molto speciale, Carmilla Vanstein che forse vive ancora tra noi...
Nel 1896, Belém divenne ricca vendendo gomma amazzonica al mondo, rendendo i contadini improvvisamente milionari che costruirono le loro sontuose dimore con materiali europei, mentre le loro mogli e figlie inviavano i loro abiti per essere lavati nel vecchio continente e importavano acqua minerale da Londra per i loro bagni.
Il "Theatro da Paz" era il centro della vita culturale dell'Amazzonia, con concerti di artisti europei. Tra di loro, uno in particolare attirò l'attenzione del pubblico, la splendida cantante d'opera francese Carmilla Vanstein (1869-1896), che suscitò desideri indescrivibili nei ricchi signori della regione e atroci gelosie nelle loro mogli a causa della sua grande bellezza.
Camilla Vanstein suscitò anche indignazione per il suo comportamento, che era libero dalle convenzioni sociali del suo tempo. Si narrava che fosse stata vista mezza nuda, ballare per le strade di Belém mentre si rinfrescava nella pioggia pomeridiana. Le sue passeggiate notturne solitarie suscitavano curiosità quando veniva vista nei suoi lunghi abiti neri e vaporosi sotto la luna piena, sulle rive del fiume Guajará, verso l'Igarapé das Almas.
Presto cominciarono a circolare voci su di lei e furono fatti commenti maliziosi. Si diceva che fosse l'amante di Francisco Bolonha (1872-1938), che l'aveva portata dall'Europa e che la faceva bagnare con costosi champagne importati nella vasca da bagno della sua dimora.
Si diceva anche che fosse stata attaccata dal vampirismo a Londra, a causa della sua pallidezza e del suo aspetto malato, e che avesse portato questo grande male in Amazzonia, avendo un misterioso desiderio per il sangue umano, al punto da ipnotizzare le giovani donne con la sua voce durante i concerti, facendole addormentare nel suo camerino in modo che la misteriosa signora potesse raggiungere i loro colli.
Curiosamente, ciò coincideva con i resoconti di svenimenti in teatro durante i suoi concerti, che venivano semplicemente spiegati come un effetto dell'emozione forte che la sua musica provocava nelle orecchie del pubblico.
Si diceva anche che avesse il potere di comunicare con i morti e di materializzare i loro spiriti in dense nebbie eteree di materiali ectoplasmatici espulsi dal suo corpo in sedute medianiche. Queste erano indubbiamente le prime manifestazioni in Amazzonia di ciò che in seguito sarebbe stato chiamato spiritismo, praticato in culti misteriosi nei palazzi di Belém, come il Palacete Pinho.
Alla fine del 1896, una terribile epidemia di colera devastò la città di Belém, trasformando Carmilla Vanstein in una delle sue vittime, che fu sepolta nel Cimitero della Solitudine.
Oggi, la sua tomba è ancora lì, coperta di fango, muschio e foglie secche, sotto un enorme albero di mango che fa sprofondare la sua tomba nell'oscurità della sua ombra, illuminata solo dai raggi di sole che penetrano tra le foglie verdi... ma c'è ancora chi dice oggi che la sua tomba è vuota, che la sua morte e sepoltura non sono state altro che un atto per coprire il suo caso di vampirismo e che Carmilla Vanstein vive ancora in Europa, ora all'età di 154 anni.
Si tratta di un mausoleo neoclassico con una porta chiusa da un vecchio lucchetto arrugginito, da cui si può vedere un busto femminile di marmo bianco sul largo coperchio della tomba abbandonata e attaccata al muro, una piccola immagine incorniciata di una donna vestita di nero.
Sulla sua lapide si può leggere l'iscrizione: "Qui giace Carmilla Vanstein (1869-1896)
La voce che ha incantato il mondo".Si diffondeva paura e condivideva potere ai suoi subordinati vendendo gomma alla gente d'Europa e al mondo intero, ma quando si trovavano nella sua dimora, sapeva infondere una nuova forma di paura.
Ma c'è ancora chi dice oggi che la sua tomba è vuota, che la sua morte e sepoltura non sono state altro che un atto per coprire il suo caso di vampirismo e che Carmilla Vanstein ancora in Europa, ora all'età di 154 anni.*
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carmenvicinanza · 1 month ago
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Grace Slick
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Grace Slick, icona rock della scena californiana degli anni Sessanta e Settanta, è conosciuta soprattutto per aver fatto parte del gruppo Jefferson Airplane, importante riferimento musicale del movimento della controcultura.
Il suo brano, White Rabbit, del 1967, è stato un vero e proprio manifesto del rock psichedelico.
Tra le prime protagoniste del movimento hippie si è distinta anche per aver compiuto gesti di resistenza pacifista anti-establishment. 
Ha avuto un passato turbolento, segnato da eccessi di droghe, alcol e conseguenti incidenti e processi. Una vita intensa e fuori dagli schemi, nella migliore tradizione degli anni della contestazione.
Nata col nome di Grace Barnett Wing a Evanston, Illinois, il 30 ottobre 1939, seguendo il lavoro di funzionario di banca del padre, ha abitato in diverse località degli Stati Uniti prima di approdare a Palo Alto dove ha frequentato il college e si è avvicinata alla scena culturale e musicale della Bay Area di San Francisco.
Nel 1961 ha sposato Jerry Slick, da cui ha preso il cognome. Era un periodo di fermento e ribellione, la coppia viaggiava con un gruppo di amici a bordo di un furgoncino sognando di fare arte e musica.
Nel 1965, ha fondato, assieme al marito e a suo fratello, la band The Great Society, richiamo sarcastico all’espressione che designava il programma politico dell’allora presidente in carica Lyndon B. Johnson.
L’anno successivo si è unita ai Jefferson Airplane sostituendo la cantante, portando in dote due brani che avrebbero assicurato alla formazione un duraturo successo, White Rabbit e Somebody to Love incluse nell’album Surrealistic Pillow, considerato un classico del folk-rock psichedelico, inserito nella lista dei 500 migliori album di tutti i tempi dalla rivista Rolling Stone.
La band ha partecipato a storici concerti tra cui quello di Woodstock nel 1968, al Festival di Wight e ad altre importanti manifestazioni in Europa, dove spesso, sul palco, si alternavano ai The Doors di Jim Morrison.
Hanno anche partecipato anche al documentario di Jean-Luc Godard One American Movie, che li immortalava mentre si esibivano sul tetto di un albergo di New York.
Nell’aprile del 1970, si è resa protagonista di un’azione passata alla storia. Era stata invitata a bere un thé alla Casa Bianca dalla sua ex compagna di college, Tricia Nixon, figlia del presidente allora in carica. Sebbene fosse conosciuta per le sue critiche alle politiche proibizioniste dell’amministrazione in materia di droga, aveva eluso la selezione perché l’invito le era stato fatto col suo cognome di nascita, Wing. Si era fatta accompagnare da Abbie Hoffman, notissimo attivista della sinistra radicale e aveva pianificato di entrare nell’appartamento presidenziale per versare acido lisergico nella teiera. Purtroppo, all’ingresso è stata riconosciuta da un addetto alla sicurezza e allontanata.
Quando il successo della band si stava affievolendo e il gruppo si stava sgretolando, ha registrato anche dei dischi con altri musicisti. Nel 1974 ha inciso Manhole il suo primo album da solista.
Insieme a Paul Kantner ha trasformato i Jefferson Airplane in Jefferson Starship, ma la sua forte dipendenza le ha fatto lasciare la band nel 1978, per poi ritornarci tre anni dopo.
Intanto, nel 1979 è uscito il suo disco Dreams, in cui per la prima volta fa breccia una vena intimistica.
Negli anni ottanta si è distinta per il suo impegno contro la vivisezione e i test chimici sugli animali.
Nel 1985 la band ha cambiato ancora nome dopo una causa intentata da Kantner che aveva mollato, ed è diventata Starship. Grace Slick era rimasta l’unico elemento degli originali Jefferson Airplane che, nel 1989, si sono riuniti per un disco e un tour che li ha visti insieme per l’ultima volta.
Nel 1990 si è ritirata dalla scena musicale e si è dedicata alla pittura  partecipando a numerose mostre nelle più prestigiose gallerie d’arte europee e americane.
Gestisce una sua galleria d’arte a Malibu.
Le sue opere più popolari sono una serie di dipinti basati sui libri di Alice nel paese delle meraviglie, favola lisergica che ha amato da sempre e che le ha ispirato la sua canzone più famosa, White Rabbit che viene sovente utilizzata nelle colonne sonore dei film di Hollywood.
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antennaweb · 1 month ago
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m2024a · 4 months ago
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Lutto per Slash: morta la figliastra del musicista a soli 25 anni Lucy-Bleu Knight, figliastra del chitarrista dei Guns N’ Roses, Slash, è morta a 25 anni. Il triste comunicato del musicista. La notizia della morte di Lucy-Bleu Knight, figliastra del celebre chitarrista dei Guns N’ Roses, Slash, ha scosso il mondo della musica e i fan della band. La giovane, di soli 25 anni, è “deceduta pacificamente” a Los Angeles il 19 luglio. Slash ha condiviso la triste notizia tramite un comunicato sui suoi canali social, confermato anche dalla madre di Lucy, Meegan Hodges. Il triste comunicato di Slash Slash, noto per la sua carriera con i Guns N’ Roses, ha espresso il suo dolore e ha cancellato quattro concerti americani del S.E.R.P.E.N.T tour “A causa di circostanze impreviste”. Nel comunicato, il musicista scrive: “Lucy-Bleu Knight (6 dicembre 1998), amata figlia di Meegan Hodges e Mark Knight, figliastra di Samantha Somers Knight e Slash, sorella di Scarlet Knight, sorellastra di London e Cash Hudson, è morta pacificamente a Los Angeles. Lucy-Bleu era un’artista di incredibile talento, una sognatrice appassionata e un’anima dolce, adorabile e affascinante“. Un messaggio misterioso Le cause della morte di Lucy-Bleu Knight restano sconosciute. Ma ci sono anche altri misteri che avvolgono la morte della ragazza. Infatti, solamente poche ore dopo l’annuncio della scomparsa della giovane, sul profilo Instagram della ragazza è apparso un inquietante post che sembra essere stato programmato dalla stessa Lucy prima della sua morte. Il messaggio, che sembra una sorta di testamento, ha lasciato molti interrogativi: “Sia che ti abbia fatto sentire escluso, manipolato/controllato, che ti abbia detto di lasciare il tuo lavoro diurno comodamente da essere sostenuto finanziariamente dai miei genitori, o che abbia affogato problemi reali nella positività tossica-mi dispiace. Innumerevoli opportunità e connessioni mancate a causa di un ego disgustosamente grande, cuore insicuro e paura di essere vulnerabili. Possa la mia anima imparare ad evolvere dal mio povero lavoro di Lucy-Bleu“.
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cinquecolonnemagazine · 5 months ago
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La Fontana del Gigante: gioiello tra le onde del Golfo di Napoli
La Fontana del Gigante, conosciuta anche come Fontana dell'Immacolatella, sorge maestosa su Via Partenope offrendo una suggestiva vista sul Golfo di Napoli. Costruita agli inizi del XVII secolo, questa fontana monumentale rappresenta un capolavoro dell'arte barocca e un simbolo iconico della città partenopea. Storia e vicende di un monumento La sua storia affonda le radici nel 1600, quando Domenico Fontana, celebre architetto di corte, progettò la fontana come elemento scenografico per Piazza Plebiscito. Inizialmente, infatti, era adornata con una statua colossale di Giove rinvenuta negli scavi di Cuma, da cui il nome "Fontana del Gigante". Tuttavia, la sua collocazione ebbe vita breve. Nel 1815, a causa di lavori di riassetto urbano, la fontana fu smontata e spostata in diverse zone della città, perdendo la sua statua originaria. Solo nel 1882 trovò la sua dimora definitiva sul lungomare di Via Partenope, vicino al Palazzo dell'Immacolatella, assumendo così anche l'appellativo di "Fontana dell'Immacolatella". Un capolavoro di arte barocca Nonostante i trasferimenti e la perdita della statua originaria, la Fontana del Gigante conserva intatto il suo fascino barocco. La sua struttura, in piperno e marmo, si articola su tre arcate a tutto sesto, decorate con gli stemmi della città e dei Viceré di Napoli. Al centro dell'arco principale si trova una vasca circolare, sormontata da una scultura raffigurante un re marino sorretto da due putti. Ai lati dell'arco centrale, due nicchie ospitano divinità fluviali che emergono dalle acque, mentre mostri marini adornano le estremità della fontana. L'intera struttura è impreziosita da giochi d'acqua e giochi di luce, che creano un'atmosfera suggestiva e dinamica, soprattutto nelle ore serali. Un simbolo di Napoli e punto di ritrovo Oltre al suo valore storico e artistico, la Fontana del Gigante rappresenta un importante punto di riferimento per la città di Napoli. La sua posizione sul lungomare la rende una meta ambita da turisti e cittadini, che qui si soffermano per ammirare la bellezza del monumento, scattare foto ricordo o semplicemente godersi la vista sul mare. La fontana è inoltre un luogo di ritrovo per eventi e manifestazioni, come concerti, spettacoli e mercatini, che animano la zona e contribuiscono a creare un'atmosfera vivace e conviviale. Fontana del Gigante, gioiello da preservare Nel corso dei secoli, la Fontana del Gigante ha subito diversi interventi di restauro, necessari per preservarne la bellezza e contrastare gli effetti del tempo e dell'usura. L'ultimo restauro risale al 2016, quando la fontana è stata riportata al suo antico splendore, restituendo alla città un vero e proprio gioiello del barocco napoletano. La Fontana del Gigante, con la sua storia affascinante, la sua architettura elaborata e la sua posizione suggestiva, rappresenta un'inestimabile testimonianza del patrimonio artistico e culturale di Napoli. Un monumento da ammirare, valorizzare e preservare per le generazioni future. Foto di copertina: DepositPhotos Read the full article
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daniela--anna · 7 months ago
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Hyde Park è uno dei nove parchi Reali di Londra. Diviso in due parti dal lago artificiale Serpentine Lake, il parco è contiguo ai Kensington Gardens, che sono comunemente considerati come una parte di Hyde Park, anche se nella realtà le due aree verdi sono ufficialmente separate sin dal 1728, quando la Regina Carolina ne impose la divisione.
Con più di 140 ettari d’estensione, Hyde Park è il parco più grande del centro di Londra. Costituisce il grande polmone della città ed è un ottimo centro ricreativo per londinesi e turisti.
Hyde Park nel corso degli anni
Il terreno del parco appartenne, in passato, all’Abbazia di Westminster fino a quando, nel 1536, tali terre furono espropriate da Enrique VIII e nel XVII secolo e la zona fu aperta al pubblico come parco.
Il parco fu sede della Grande Esposizione del 1851, in occasione della quale si costruì un palazzo di cristallo che, terminato l’evento, fu ritirato a causa della pressione esercitata dai cittadini.
Hyde Park è considerato il parco più antico della città e, fin dalla sua apertura, è stato lo scenario di numerosi concerti e manifestazioni. Da anni si celebrano gli anniversari della Casa Reale e a mezzogiorno si sparano 41 colpi di cannoni.
Una passeggiata per Hyde Park
Oltre a passeggiare fra i verdi sentieri, dimenticando i rumori cittadini, ad Hyde Park è possibile realizzare varie attività, come prendere il sole, pattinare, andare in bici e altri sport all’aria aperta.
Chi vuole semplicemente riposare senza sdraiarsi sull’erba può noleggiare una sdraio in varie zone del parco.
Una delle attività preferite sia dai turisti che dai londinesi è quella di fare un giro con una barca a remi nel lago centrale chiamato Serpentine, una piccola oasi abitata da una variegata fauna aquatica.
D’estate nel parco si celebrano vari eventi, per lo più musicali.
Speakers' Corner
Nell'angolo a nordest di Hyde Park si trova Speakers' Corner, un luogo peculiare dove la domenica mattina si riuniscono vari personaggi eccentrici che tengono discorsi su vari temi, sia religiosi che politici. Si tratta di un vero spettacolo a cui la gente partecipa, applaudendo o fischiando.
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lamilanomagazine · 10 months ago
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Latina, Carnevale e San Valentino: festa in piazza e mercatini
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Latina, Carnevale e San Valentino: festa in piazza e mercatini Domenica, 11 febbraio, Latina si vestirà a festa per il Carnevale. L'appuntamento è dalle 15 alle 20 in piazza del Popolo con animazione, baby dance, il concerto Mr Cartoon, lo spettacolo Magic Karakascio e il concerto Magia '90. Dall'8 febbraio al 14 febbraio, inoltre, ci saranno mercatini, food truck e giostre per bambini. In vendita prodotti di Carnevale, di artigianato locale, dolciumi tipici delle festività di Carnevale e, per finire, l'ultimo giorno sarà dedicato alla festa degli innamorati. "Sarà una domenica di colori e gioia – dichiara Gianluca Di Cocco, assessore al Turismo - dedicata ai bambini e alle famiglie, con musica ed eventi per i più piccoli. Ringrazio gli uffici, gli organizzatori e i collaboratori per il lavoro fatto che ha permesso di mettere in piedi una giornata di animazione e una settimana di festa con mercatini di prodotti artigianali ed enogastronomici nella piazza principale della città. Non è stato semplice, a causa anche della mancanza dell'associazione Carnevale di Latina. Il giorno di San Valentino, che chiuderà le festività di Carnevale, sarà infine dedicato agli innamorati. Preciso – continua l'assessore – che la volontà della nostra amministrazione è quella di tornare alla sfilata dei carri, che riproporremo a Latina nel Carnevale 2025. E' una tradizione che intendiamo ripristinare, una volta che avremo migliorato la macchina amministrativa". "Musica, colori, e prodotti artigianali tipici trasformeranno piazza del Popolo in una location di festa per i più piccoli – dichiara l'assessore alle Attività produttive Antonio Cosentino -. L'amministrazione ha voluto organizzare una serie di iniziative destinate a un pubblico diverso: i mercatini, di dolciumi e di San Valentino, per le famiglie, e animazioni e concerti per i bambini nel pomeriggio di domenica. L'invito a partecipare è rivolto a tutti, ma soprattutto ai più piccoli: li aspettiamo venire in centro mascherati, pronti a ballare a ritmo di musica e a lanciare i loro amati coriandoli".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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diceriadelluntore · 1 year ago
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Storia Di Musica #284 - Scorpions, Lovedrive, 1979
L’heavy metal è senza dubbio il serbatoio più grande da cui attingere storie di copertine controverse. Alcune erano davvero spaventose, ma per la maggior parte dei casi non accompagnavano un disco musicalmente degno, per me ovviamente, di apparire nella rubrica. Ma una band, tra le più longeve e di successo del genere, potrebbe stare in un ipotetico podio delle scelte controverse per le proprie copertine, scelte amplificate da un notevole successo della loro musica. Siamo ad Hannover, dove fin dalla più tenera età, siamo a metà anni ’60, i fratelli Rudolf e Michael Schenker strimpellano musica, per lo più coverizzando canzoni straniere, le più in voga dei momenti. Nel 1970 scelgono un cantante, Klause Meine e diventando gli Scorpions iniziano una gavetta formidabile per i locali dell’allora Germania Ovest, che dura fino al 1972, quando registrano il primo disco, Lonesome Crow, che è pubblicato nei primi mesi del 1973: è già un hard rock originale, dove sono chiari i riferimenti (la title track per esempio è chiaramente ispirata a Hendrix), iniziano a farsi notare. Nel 1974 entra in formazione Ulrich Roth alla chitarra solista, al posto di Michael Schenker che passa agli UFO. La sezione ritmica è rinnovata con il bassista Francis Buchholz e il batterista Jürgen Rosenthal. La band pubblica in questa formazione prima Fly To The Rainbow e poi In Trance, con il lavoro prezioso alla produzione di Dieter Dierks, che mise mano a molti gioielli del Kosmick rock, che inizia a trovare i giusti equilibri, primo fra tutti la scelta di ballate rock, che diventeranno uno dei punti forti degli Scorpions. Nel 1977 la copertina di Virgin Killer (la quale mostrava una ragazza preadolescente completamente nuda con un effetto di vetro rotto proprio nella zona dei genitali, di dubbio gusto), scelta che fu accusata di simpatie pedofile, poteva benissimo essere scelta per questo mese di copertine particolari, anche perché oltre lo scandalo, il disco è bellissimo, con canzoni famose come Pictured Life, In Your Park, Backstage Queen e Polar Knights. La copertina tuttavia li fa per la prima volta conoscere fuori dai confini tedeschi. Il 1978 è un anno decisivo: Taken By Force fu il primo album degli Scorpions ad essere pubblicato negli Stati Uniti dalla RCA Records, l'etichetta internazionale del gruppo. Il singolo Steamrock Fever ottenne un ottimo successo radio e il disco vendette abbastanza. Roth non era però contento del lavoro dell'etichetta discografica e, in disaccordo con gli altri membri, decise di lasciare il gruppo durante il primo tour giapponese degli Scorpions. Da tre concerti a Tokyo fu realizzato un album live intitolato Tokyo Tapes che fu pubblicato in tutto il mondo e che contiene una meravigliosa per quanto sgangherata versione di Kojo No Tsuki, brano tradizionale giapponese, contato con improbabile acceto nippo-teutonico da Meine. Nel 1978, dopo una lunga serie di audizioni, Matthias Jabs divenne il nuovo chitarrista degli Scorpions in sostituzione di Roth.
Con la nuova formazione, passano alla Mercury e Michael Schenker, che era stato qualche settimana prima espulso dagli UFO a causa della sua ubriachezza, tornò nel gruppo per un breve periodo e partecipò alle registrazioni di un nuovo album. Lovedrive, che esce nel febbraio del 1979, è uno dei capolavori dell'hard rock degli anni ’70. Per la prima volta, inoltre, la band viene ufficialmente riconosciuta capace di buona musica, in un rapporto con la critica sempre piuttosto strano, dove spesso venivano un po’ presi in giro (come tutto l’heavy metal nascente, che si affermerà davvero solo dagli anni ’80). L’album, prodotto dal fido Dierks e composto da 8 brani, inizia con la potenza e il ritmo di Loving You Sunday Morning; Another Piece Of Meat è ancora più veloce e feroce, e parla apertamente di occasioni: "She said: "Take me home."\I need love so strong\Come on and knock me out, oh!\I've been too long alone\I want hot love, you know, and I need it now!". Always Somewhere (che in verità assomiglia a Simple Man dei Lynyrd Skynyrd) è una delle loro ballate meravigliose, forse la più famosa che poi sfocia nello strumentale, magistrale, Coast to Coast. La seconda parte del disco è composta dalla potente Can’t Get Enough ,Is There Anybody There, la title-track e Holiday. Is There Anybody There è una delle loro migliori ballad, con la voce di Klaus registrata due volte (in modo da avere l’effetto di sentire 2 voci differenti) che fa davvero un ottimo effetto e dai ritmi un po’ reggae, stile che stava esplodendo proprio in quei mesi. E menzione speciale per Holiday il cui arpeggio iniziale diventerà scolastico per tutti i metallari futuri. Ma ancora più leggendaria fu la copertina, bellissima, spiazzante e ovviamente censurata: sul sedile posteriore di una berlina ci sono, ben vestiti, un uomo e una donna. La donna ha una profonda scollatura, un seno scoperto da cui parte una gomma da masticare allungata dalla mano dell’uomo, che probabilmente l’aveva appoggiata lì. Sul retro, i due sono fotografati sorridenti, mentre la donna mostra una foto incorniciata della band e il seno scoperto su un lato. Autore della copertina, la mitica Hipgnosis di Storm Thorgerson: la copertina fu un primo momento coperta con il solito cartoncino marrone, in un secondo momento sostituita con un'altra, del tutto anonima, fatta probabilmente in 5 minuti, con un orrendo scorpione blu su sfondo nero (soprattutto per il mercato americano, che vi mostro qui sotto).
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Il disco fu un successo sia in Europa, dove fu disco d’oro in Gran Bretagna, Francia e Germania, e perfino in America, dove entrò in classifica da Billboard. Con questa formazione, gli Scorpions diventeranno delle colonne del genere, registrando 6 album in un decennio, con alcuni capolavori assoluti come Blackout (1982), Love At First Sight (1984), Crazy World (1990) che contiene la loro canzone più famosa, Wind of Change, ispirata alla caduta del Muro di Berlino e ai cambiamenti politici della galassia sovietica.
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seoul-italybts · 11 months ago
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[✎ ITA] Weverse Magazine : Recensione : I BTS Hanno Vissuto un'Esistenza Degna dei BTS | 10.01.24⠸
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🌟 Weverse Magazine 🗞
I BTS Hanno Vissuto un'Esistenza Degna dei BTS
__ Seguite il loro viaggio nella docu-serire BTS Monuments : Beyond The Star __
__ di KIM DOHEON | 10. 01. 2024
Twitter  |  Orig. KOR 
Un giorno il mondo si è fermato. Inizia così il verso introduttivo della canzone “Life Goes On”, dei BTS, e lo ritroviamo nelle primissime scene della docu-serie BTS Monuments: Beyond The Star, legato al momento in cui il gruppo ha dovuto cancellare il suo ambizioso tour programmato per il 2020, a causa dell'inaspettata – e senza precedenti – pandemia di COVID-19. Poi torniamo indietro nel tempo, fino al 12 giugno 2013, e vediamo gli idol appena prima del loro showcase di debutto. Gli 8 episodi del documentario rappresentano una chiusura per il primo capitolo di questa band epocale, in tutta la sua gloria, ma non si limita ad elencare i loro successi. Roma non fu costruita in un giorno, ed i BTS non sono diventati superstar dall'oggi al domani.
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Molti media occidentali hanno paragonato l'ascesa dei BTS nel panorama internazionale a quella dei Beatles e la conseguente 'invasione british'. Sebbene non ci sia dubbio i due gruppi abbiano elementi in comune—l'enorme successo commerciale in suolo americano ed essere diventati un enorme fenomeno mediatico— ciò che rende le loro storie realmente simili è il fatto che entrambe le band sono emerse dall'anonimato più totale e si sono fatte strada “a discapito del nostro benessere fisico”, per usare le parole di SUGA. Dopo aver raccolto un ristretto seguito iniziale esibendosi nella loro città natale, Liverpool, i Beatles si sono spostati nella città tedesca di Amburgo, nel 1960, dove hanno continuato ad esibirsi senza sosta, spesso anche per oltre 12 ore al giorno. La loro era una rigida e pesante routine cui non sarebbero mai riusciti a sopravvivere senza caffeina ed alcol—nonché un periodo in cui capire come poter vendere la propria musica ad un pubblico poco ricettivo. Nel 1961, i loro impegni non hanno fatto che intensificarsi, sempre divisi tra il Cavern Club di Liverpool e le loro esibizioni ad Amburgo – dove tenevano concerti di 7 o 8 ore, fino a notte fonda. Ancor oggi, nelle coscienze del pubblico globale, i Beatles sono cristallizzati come leggende, ma quella fama è il risultato dei massacranti sforzi fatti fin dai giorni in cui nessuno conosceva il loro nome.
Allo stesso modo, i BTS non sono comparsi dal nulla, un bel giorno, all'improvviso. La nuova docu-serie loro dedicata ci mostra l'addestramento serrato cui hanno dovuto sottoporsi dopo esser passati dallo status originario di gruppo hip-hop a quello di idol K-Pop, nel momento del loro debutto, a riprova di tutto il sangue, il sudore e le lacrime che hanno volontariamente sacrificato pur di avere successo nella loro carriera frenetica e costellata di crisi. Jimin ricorda di aver vissuto in sala prove per sei mesi, ma quello non era che l'inizio. Come ricorda RM, tutti e sette si sono spinti al limite in nome di un obiettivo comune ma solitario—il debutto— e, una volta raggiunto, hanno dovuto affrontare sfide ancor più grandi. In seguito ad enormi investimenti e ad un arduo processo compositivo, tutti quanti si aspettavano che “Danger” sarebbe diventata il successo che avrebbe potuto distinguerli dalla massa; tuttavia, il brano non è riuscito ad entrare in classifica e, anzi, ha lasciato l'agenzia in difficoltà economiche. L'eco di quest'esperienza ha gettato una fitta ombra di impazienza, fatica, preoccupazioni e sfinimento sul gruppo. La loro agenzia non è poi così grande e non hanno alcuna garanzia di successo per il futuro. Ai membri dei BTS non resta che affrontare la situazione di petto. I ragazzi avvertono istintivamente un senso d'urgenza che li spinge a mettersi all'opera, mostrando il lato più orgogliosamente onesto di sé attraverso il rap e le loro canzoni. “L'ansia giovanile era concretamente evidente”, osserva SUGA, e mai parole furono più vere. La creatività emerge in tutto il suo potenziale, quanto più coltivata attraverso l'impegno ed il duro lavoro. “Abbiamo sempre lavorato sodo”, dice Jin “sia che stessimo affrontando un periodo difficile o no.”
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Monuments non insiste tanto sull'immenso successo dei BTS fine a se stesso, concentrandosi invece su come i membri abbiano sempre avuto lo sguardo fisso sui loro obiettivi a venire. E l'entusiasmo che accompagna il loro impegno sembra avvalorare l'impressione che il loro successo fosse, in fin dei conti, inevitabile. Il loro primissimo concerto alla Ax Hall, il 17 ottobre 2014; la loro prima vittoria ad uno show musicale, nel 2015; l'esibizione sul tanto agognato palco dell'Olympic Gymnastics Stadium, l'anno successivo; il titolo di Artista dell'Anno vinto agli Mnet Asian Music Awards (MAMA) 2016; il loro ingresso nel mercato musicale americano, dopo aver battuto il testardo record detenuto per anni da Justin Bieber nella categoria Top Social Artist ai Billboard Music Awards, nel 2017; la posizione #1 sulla classifica Billboard Hot 100, ottenuta con “Dynamite”; la prima nomina ai Grammys come Best Pop Duo/Group Performance—inevitabilmente, il loro duro lavoro non poteva che portarli a tutto questo. E la maggior parte delle volte il gruppo ha deciso di imboccare il percorso più arduo e meno comune. La prospettiva di un tour globale – fino a quel momento inimmaginabile – ed il penetrante sguardo del mercato internazionale non possono che pesare sul gruppo ed avere conseguenze. In pieno esaurimento, i BTS lasciano parlare la loro musica, cantando “Per te sarei disposto a fingere d'essere felice quando sono triste” nel brano “Fake Love”, rilasciato nel 2018. I ragazzi stanno essenzialmente confessando al proprio pubblico che c'è una parte di finzione, che ciò che li riguarda non è tutta gioia, brillantezza e serenità, nonostante abbiano ora intrapreso la scalata alla fama globale.
Ci si presenteranno sempre nuove sfide, ma ad ogni ostacolo incontrato sulla via corrisponderà sempre una nuova, preziosissima opportunità di maturazione e crescita. Tutto ciò che dobbiamo fare è riservarci del tempo per riflettere e trovare il modo più adatto per superarle. E questo è esattamente ciò che hanno capito anche i BTS. Dopo essere sopravvissuti insieme ad una gavetta infernale e sofferenze innominabili, i membri dei BTS sono ora più che semplici colleghi di lavoro—sono amici e affrontano insieme tutti i momenti più entusiasmanti e preziosi delle loro vite. In questo viaggio all'insegna dell'amicizia, non passa istante in cui i ragazzi non condividano i propri sentimenti con gli altri. E le/gli ARMY, incrollabile fonte di supporto per il gruppo, sono loro vicinə e li amano incondizionatamente. Fin da quando, nel 2013, JungKook ha ringraziato tra le lacrime le/gli ARMY per aver festeggiato il suo ed i compleanni di RM e Jimin per la prima volta, le/i fan hanno continuato a motivare il gruppo, donando loro la forza di tirare avanti ed una ragione per cantare. Un altro momento chiave a dimostrazione di quanto sia importante il fandom è quando, durante il concerto tenutosi alla Gocheok Sky Dome il 12 novembre 2016, le/i fan cantano “2! 3!” - canzone dedicata dalla band all'ARMY - insieme ai BTS. Diversamente dalle 'fan song' scritte da altri gruppi, quelle dei BTS non sono necessariamente dolci ed ottimiste—tramite esse, i ragazzi cercano concretamente di creare un legame con le/i fan, parlando sinceramente di tutte le difficoltà che hanno dovuto affrontare. Come dice RM, i BTS piacciono “non perché cantiamo o balliamo meglio degli altri”, ma grazie ad “un sentimento speciale che è solo nostro”. Quindi, in fin dei conti, è l'onestà emotiva a trionfare. In un mondo in cui le preferenze ed i gusti in fatto di musica sono sempre più frammentari, i BTS hanno saputo emozionare e radunare un enorme massa di persone, a riprova dell'enorme impatto e forza che può avere una community così grande ed unita. E questa è la gioia più grande, per i BTS, che guardano con affetto e gratitudine alle/ai loro fan, ora che hanno imparato ad accettare e ad adattarsi al loro alto status, godendosi anche ciò che esso comporta.
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I 10 anni di carriera dei BTS spiccano solidi come un monumento sulla linea temporale della musica K-Pop. Dopo soli 8 anni dal debutto, SUGA commentava che la sensazione era già simile a ciò che dovevano provare i loro colleghi con 20 e più anni di esperienza, visto tutto il sangue, il sudore e le lacrime versati dai BTS fino a quel momento. Ma poi, un giorno, proprio quando i ragazzi sono pronti a rilasciare “ON” e MAP OF THE SOUL: 7—lavori in cui descrivono la gioia e divertimento che sanno ancora trovare a dispetto delle avversità- il mondo si ferma. Ciononostante, ora, i BTS non hanno più paura. Si prendono il tempo necessario e fanno tutto ciò che è in loro potere, portando conforto al mondo grazie alla loro onestà e alla fiducia che hanno saputo conquistare.
Come dice orgogliosamente JungKook, “Ho vissuto un'esistenza adeguata alla persona che sono” e, allo stesso modo, i BTS hanno vissuto un'esistenza degna dei BTS. E continuano a viverla, questa 'vita da BTS'—sia ora che sono momentaneamente distanti, che in futuro, un giorno non troppo lontano, quando si riuniranno.
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS ⠸
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agrpress-blog · 1 year ago
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Per contribuire ai necessari lavori di restauro della Chiesa romana, venerdì 8 dicembre (festa dell’Immacolata Concezione), la Sala concerti della Basilica di Santa Cecilia in Trastevere, ospiterà, con inizio alle ore 17,00, un concerto di musica classica eseguito dal “Can Roig Ensemble di Barcellona” composto dai professori della scuola municipale di musica “Can Roig i Torres” Mario Bugliari (Viola), Maria Teresa Folqué (Chitarra), Carles Franco (Violino), Medeya Kalantàrava (Violino), Elisabetta Renzi (Violoncello) e Isabel Suoto (Flauto traverso). Il nome del gruppo “Can Roig Ensemble” proviene dall’edificio modernista in cui ha sede la scuola, ubicato nel centro storico di Santa Coloma de Gramenet municipio dell’area metropolitana di Barcellona, che, oltre all’ordinaria attività pedagogica, promuove progetti didattici di carattere sociale per dinamizzare l’ascolto e la pratica della musica nei diversi centri educativi del municipio. L’idea di organizzare dei concerti (ad ingresso gratuito) per sostenere mediante offerte i restauri della Basilica di Santa Cecilia in Trastevere, di cui è Rettore Mons. Marco Frisina e resi possibili dall’ospitalità della Comunità del Monastero delle Benedettine di Santa Cecilia in Urbe, di cui è Abbadessa Maria Giovanna Valenziano, è “nata” nel 2015. Anche ciò che verrà raccolto in occasione del concerto dell’8 dicembre è finalizzato ai restauri, ed in specifico ai restauri dei materiali lignei. L’edificio antichissimo, che sorge sui resti della domus romana dove visse Santa Cecilia, ha una stratificazione nei secoli, dal Paleocristiano al Romanico, dal Gotico al Liberty. Sempre minata dall’umidità, a causa della vicinanza del Tevere, la Basilica ed i suoi arredi hanno bisogno di continua sorveglianza e di continui interventi di restauro. Di qui la necessità di un aiuto concreto. La Basilica è patrimonio dello Stato Italiano, affidato alla cura delle Benedettine, da sempre vigili custodi delle memorie di arte e di fede. Anche nell’ottica di valorizzare tale patrimonio, il Monastero, negli anni, ha attivato tre scuole-laboratorio, aperte a tutti, senza limiti di età né requisiti di partenza. La scuola “Cantantibus Organis”, nata con l’intento di fare esperienza dell’ars celebrandi in ambito monastico, gode del Patrocinio dell’Ufficio Liturgico della Diocesi di Roma e dell’Aiscgre, Associazione Internazionale Studi Canto Gregoriano e si avvale della collaborazione dell’“Academia Latinitati Fovendae”. Il suo nome richiama Santa Cecilia, martire della prima comunità cristiana di Roma, di cui il Monastero conserva la memoria. Tra gli insegnanti: sr. Dolores Aguirre ccv, Luigi Pastoressa, Nico De Mico, Mons. Giuseppe Liberto. La scuola “Petali e Pennelli” per l’acquisizione delle tecniche dell’acquerello botanico. Insegnante Aurora Tazza. Il “Laboratorio per la conservazione, manutenzione e recupero dei beni - memoria delle attività del Monastero”. Insegnante Daniela Caporali Viggiani. Il programma del concerto sarà caratterizzato dalla varietà timbrica dei vari insiemi: undici valzer di Franz Schubert arrangiati per flauto e chitarra da Th. Pinschof e Jochen Schubert; il quartetto per flauto, chitarra, viola e violoncello scritto da Schubert nel 1814 sulla base del trio Notturno op.20 per flauto, viola e chitarra di Vaclav Thomas Matiegka virtuoso della chitarra e compositore di successo nei circoli amatoriali di musica di Vienna; il trio incompiuto in si minore D471 per violino, viola e violoncello di Franz Schubert, scritto negli anni 1816-17 quando ancora spensieratamente scriveva per le frequenti serate cameristiche celebrate in compagnia degli amici; il quintetto in re maggiore G448 di Luigi Boccherini per due violini, viola, violoncello e chitarra ricco di sonorità “spagnoleggianti” che l’ambiente di Madrid gli ispirava. Di fatto il compositore visse a Madrid dal 1768 fino alla morte nel 1804, prestando il suo servizio come compositore di corte all’Infante Luigi
fratello del re Carlo III di Borbone dedicandosi soprattutto alla produzione da camera con opere di tutti i generi, tra cui ben 125 quintetti. In occasione del concerto, la Reverenda Madre aprirà la Cripta della Basilica e, al termine della visita, si potrà verificare il progresso dei restauri dei materiali lignei del Monastero, eseguiti dal “Laboratorio per la conservazione, manutenzione e recupero dei beni - memoria delle attività del Monastero” con la guida della restauratrice Daniela Caporali Viggiani. Anche questa iniziativa è sostenuta dal Maestro Claudio Giuliani, dalla Coop. Sociale “Apriti Sesamo”, dall’Associazione “Ghibli” nella persona di Giulia Romano, e dall’Associazione “Palatinum”.
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nosferatummarzia-v · 6 months ago
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La storia di una vampira molto speciale. Che forse vive ancora tra noi...
Nel 1896, Belém divenne ricca vendendo gomma amazzonica al mondo, rendendo i contadini improvvisamente milionari che costruirono le loro sontuose dimore con materiali europei, mentre le loro mogli e figlie inviavano i loro abiti per essere lavati nel vecchio continente e importavano acqua minerale da Londra per i loro bagni.
Il "Theatro da Paz" era il centro della vita culturale dell'Amazzonia, con concerti di artisti europei. Tra di loro, uno in particolare attirò l'attenzione del pubblico, la splendida cantante d'opera francese Camille Monfort (1869-1896), che suscitò desideri indescrivibili nei ricchi signori della regione e atroci gelosie nelle loro mogli a causa della sua grande bellezza.
Camille Monfort suscitò anche indignazione per il suo comportamento, che era libero dalle convenzioni sociali del suo tempo. Si narrava che fosse stata vista mezza nuda, ballare per le strade di Belém mentre si rinfrescava nella pioggia pomeridiana. Le sue passeggiate notturne solitarie suscitavano curiosità quando veniva vista nei suoi lunghi abiti neri e vaporosi sotto la luna piena, sulle rive del fiume Guajará, verso l'Igarapé das Almas.
Presto cominciarono a circolare voci su di lei e furono fatti commenti maliziosi. Si diceva che fosse l'amante di Francisco Bolonha (1872-1938), che l'aveva portata dall'Europa e che la faceva bagnare con costosi champagne importati nella vasca da bagno della sua dimora.
Si diceva anche che fosse stata attaccata dal vampirismo a Londra, a causa della sua pallidezza e del suo aspetto malato, e che avesse portato questo grande male in Amazzonia, avendo un misterioso desiderio per il sangue umano, al punto da ipnotizzare le giovani donne con la sua voce durante i concerti, facendole addormentare nel suo camerino in modo che la misteriosa signora potesse raggiungere i loro colli.
Curiosamente, ciò coincideva con i resoconti di svenimenti in teatro durante i suoi concerti, che venivano semplicemente spiegati come un effetto dell'emozione forte che la sua musica provocava nelle orecchie del pubblico.
Si diceva anche che avesse il potere di comunicare con i morti e di materializzare i loro spiriti in dense nebbie eteree di materiali ectoplasmatici espulsi dal suo corpo in sedute medianiche. Queste erano indubbiamente le prime manifestazioni in Amazzonia di ciò che in seguito sarebbe stato chiamato spiritismo, praticato in culti misteriosi nei palazzi di Belém, come il Palacete Pinho.
Alla fine del 1896, una terribile epidemia di colera devastò la città di Belém, trasformando Camille Monfort in una delle sue vittime, che fu sepolta nel Cimitero della Solitudine.
Oggi, la sua tomba è ancora lì, coperta di fango, muschio e foglie secche, sotto un enorme albero di mango che fa sprofondare la sua tomba nell'oscurità della sua ombra, illuminata solo dai raggi di sole che penetrano tra le foglie verdi.
Si tratta di un mausoleo neoclassico con una porta chiusa da un vecchio lucchetto arrugginito, da cui si può vedere un busto femminile di marmo bianco sul largo coperchio della tomba abbandonata e attaccata al muro, una piccola immagine incorniciata di una donna vestita di nero.
Sulla sua lapide si può leggere l'iscrizione:
"Qui giace Camilla María Monfort (1869-1896) La voce che ha incantato il mondo".
Si diffondeva paura e condivideva potere ai suoi subordinati vendendo gomma alla gente d'Europa e al mondo intero, ma quando si trovavano nella sua dimora, sapeva infondere una nuova forma di paura.
Ma c'è ancora chi dice oggi che la sua tomba è vuota, che la sua morte e sepoltura non sono state altro che un atto per coprire il suo caso di vampirismo e che Camille Monfort vive ancora in Europa, ora all'età di 154 anni.
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carmenvicinanza · 4 months ago
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Evelyn Glennie, la musicista che insegna ad ascoltare
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La mia carriera e la mia vita sono state incentrate sull’ascolto nel senso più profondo possibile. Perdere l’udito ha significato imparare ad ascoltare in modo diverso, scoprire caratteristiche del suono di cui non avevo realizzato l’esistenza. Mi ha resa un’ascoltatrice migliore.
Evelyn Glennie, musicista e compositrice scozzese, è stata la prima percussionista della storia a intraprendere la carriera di solista.
Oltre a collaborare con grandi orchestre, compone per cinema, televisione e  teatro.
Priva dell’udito sin da bambina, tiene corsi e consulenze sulla capacità di ascoltare la musica.
Nella sua carriera ha vinto tre Grammy Award e ricevuto più di cento premi internazionali.
Per i servizi resi alla musica è stata insignita di alte onorificenze come Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico, Dama di Commenda dell’Ordine dell’Impero Britannico e Membro dell’Ordine dei Compagni d’Onore.
È presidente di Help Musicians e, dal 2021, è rettrice della Robert Gordon University di Aberdeen.
Patrocina numerosi enti di beneficenza e partecipa regolarmente a eventi per raccogliere fondi e sensibilizzare per diverse cause sociali.
Ha lavorato con importanti artisti e artiste del mondo della musica pop, jazz, folk, classica e contemporanea, tra cui Björk, Steve Hackett, Béla Fleck e Mark Knopfler.
Ha inciso quaranta dischi da solista che spaziano da improvvisazioni originali, collaborazioni, concerti e progetti innovativi di percussioni soliste moderne.
Nata a Aberdeen, 19 luglio 1965, è cresciuta in una fattoria nel nord-est della Scozia. Nonostante abbia cominciato a perdere l’udito in tenera età, a causa di un progressivo danneggiamento di un nervo acustico, a otto anni ha cominciato a suonare il pianoforte e a dodici le percussioni. Riesce a sentire la musica, osservando e percependone le vibrazioni. 
Studiando alla Royal Academy of Music di Londra, ha intuito che era possibile utilizzare le percussioni al di fuori dell’orchestra e deciso di intraprendere la strada di solista.
Il suo primo concerto si è tenuto alla Royal Albert Hall nel 1992.
Alla guida di mille percussionisti, ha collaborato con il regista Danny Boyle, per la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Londra 2012, dove ha presentato uno strumento innovativo, il Glennie Concert Aluphone.
Nel 2018, ha sviluppato questa esperienza interdisciplinare componendo la colonna sonora per Gregory Doran della visionaria produzione di Troilus and Cressida della Royal Shakespeare Company.
Nel 2020 ha lanciato un podcast che ospita personalità del mondo della musica, della televisione, dello sport e della cultura.
Cura maniacalmente anche la Evelyn Glennie Collection che comprende oltre 3.800 strumenti a percussione insieme a programmi di concerti, premi, foto, dipinti, lettere e spartiti che abbracciano la sua straordinaria carriera. 
Continuando la sua missione di insegnare al mondo ad ascoltare, nel 2023 ha creato la Evelyn Glennie Foundation, per migliorare la comunicazione e la coesione sociale incoraggiando a scoprire nuovi modi di ascoltare per ispirare, creare, coinvolgere, condividere e potenziare.
Il film Touch the Sound e il suo illuminante discorso TED  rimangono testimonianze chiave del suo approccio unico e innovativo alla creazione del suono.
È un vero portento, oltre a tutti gli impegni sociali, ogni anno tiene più di cento concerti.
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